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Grandi mostre, un anno da record


Il weekend di Natale è stato all’insegna della cultura. In tre giorni, dal 24 al 26, le mostre di Palazzo Reale, Palazzo della Ragione, Palazzo Marino e Pac hanno totalizzato quasi 29mila visitatori, di cui 19mila solo per il quadro di Leonardo, esposto fino a ieri nella sala Alessi del Comune. Un capolavoro che nella giornata di Santo Stefano ha visto ben 8.850 ingressi, con code fino a un’ora. E il Comune si aspetta che l’esposizione del grande pittore americano Edward Hopper (foto), che sarà aperta fino al 24 gennaio e che sta raccogliendo un altissimo gradimento, sfonderà il tetto dei 200 mila visitatori.
«È un successo straordinario, commenta l’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory. Ieri abbiamo superato il record storico a Milano con un milione e 300mila visitatori alle esposizioni. Un dato molto importante, frutto di una strategia, quella di accostare a mostre di qualità a pagamento la possibilità di vedere
gratuitamente un capolavoro a Palazzo Marino. Abbiamo dimostrato che il due in uno funziona: propone un’offerta culturale che sta sul mercato e una a regime democratico aperta a tutti».
Un successo che Finazzer Flory raccoglie senza nemmeno citare il suo predecessore, Vittorio Sgarbi. «Nel 2009 ho inaugurato personalmente ben 55 mostre», dice. Anche se Sgarbi aggiunge: «Mostre che ho programmato io quando facevo l’assessore a Milano. Sono contento dei risultati raggiunti, l’unico aspetto positivo della città sotto la Moratti è una mia eredità».
Ma Finazzer guarda già avanti. Nel 2010 conta di portare a Milano una mostra su Salvador Dalì (a settembre) e un quadro di Michelangelo per l’esposizione gratuita a Palazzo Marino. «E dato il successo di Steve McCurry (il 26 dicembre l’hanno visto in 1.000) — aggiunge — ho deciso di organizzare nel 2010 una masterclass ogni due mesi con i migliori fotografi del mondo, quando è possibile abbinata a una mostra. Milano deve diventare la capitale italiane e europea della fotografia».
Meno entusiasta Philippe Daverio che commenta così i successi di Milano: «La ricchezza dell’offerta ha funzionato e il risultato è sicuramente buono, dovuto in parte alla formula del capolavoro gratis. Certo andrebbe ricordato però che in giro per l’Europa le mostre sono più coinvolgenti, pensate meglio e di qualità migliore. A Milano si punta solo al grande pubblico, mentre all’estero riescono a organizzare esposizioni che piacciono alla gente comune ma soddisfano anche gli specialisti».
E mentre sul fronte dell’arte si canta vittoria, su quella della scienza si piange miseria. Il Museo di Storia naturale, sempre sotto la gestione dell’assessore Finazzer, la prossima stagione rinuncerà agli happy hour scientifici e al Darwin Day per mancanza di fondi.

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