Torna a risplendere una parte dei preziosi affreschi conservati nel monastero di Cairate. “Svelati” sabato scorso, i frutti del lavoro di ristrutturazione, reso possibile dalla collaborazione tra il Comune e la Provincia di Varese, in sintonia con la Sovraintendenza, hanno riportato alla luce le opere attribuite ad Aurelio Luini. Sono state aperte al pubblico due aree del complesso, che dal 2004 è in fase di recupero da parte di Villa Recalcati: la cosiddetta chiesa nuova e la chiesa interna, con il coro delle monache, recuperate con i preziosi affreschi del XV e XVI secolo, il più noto dei quali è il ciclo della Vergine. «Stiamo portando avanti un grande lavoro di squadra per recuperare il monastero di Cairate», ha commentato Dario Galli, presidente della Provincia di Varese. Il pri¬mo passo nella riapertura al pubblico del sito artistico, che risale alla prima metà dell’VIII secolo, epoca di consolidamento e trasmissione della cultura
benedettina, e che costituisce uno dei primi insediamenti monastici nel territorio dell’attuale Lombardia, legato alla vicina presenza del Castrum di Castelseprio e del monastero di Torba, rappresenta un importante passo avanti anche per l’offerta turistica della provincia. «Varese è una terra ricca di queste testimonianze e l’obiettivo è offrire ai visitatori un’ampia gamma di siti, monumenti, edifici, chiese da visitare –ha aggiunto Galli–. Il monastero è un’opera monumentale e ha tempi lunghi di recupero e valorizzazione, sia a livello finanziario sia per il tipo di interventi che richiede. Abbiamo però voluto iniziare ad aprire al pubblico questa prima parte recuperata anche per mostrare i primi frutti concreti di un lungo lavoro e per dare a tutti la possibilità di ammirare un’opera meravigliosa».
benedettina, e che costituisce uno dei primi insediamenti monastici nel territorio dell’attuale Lombardia, legato alla vicina presenza del Castrum di Castelseprio e del monastero di Torba, rappresenta un importante passo avanti anche per l’offerta turistica della provincia. «Varese è una terra ricca di queste testimonianze e l’obiettivo è offrire ai visitatori un’ampia gamma di siti, monumenti, edifici, chiese da visitare –ha aggiunto Galli–. Il monastero è un’opera monumentale e ha tempi lunghi di recupero e valorizzazione, sia a livello finanziario sia per il tipo di interventi che richiede. Abbiamo però voluto iniziare ad aprire al pubblico questa prima parte recuperata anche per mostrare i primi frutti concreti di un lungo lavoro e per dare a tutti la possibilità di ammirare un’opera meravigliosa».
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