Questa mattina - venerdì 8 febbraio
2013 - il Cardinal Angelo Scola ha incontrato i preti della Zona VII
di Sesto San Giovanni, finendo così il giro di riunioni con tutti i
sacerdoti della diocesi. È stato un bell'incontro all'insegna della
schiettezza su diversi temi. Franchi sono stati gli interventi e
franca e appassionata è stata la sua replica.
Riporto qui il mio intervento per
intero. La risposta del Cardinale, invece, la evoco soltanto con
poche righe (non c'è virgolettato!). Non voglio infatti farmi
interprete compiuto del suo pensiero articolato. È solo uno spunto
per dire che
ha preso sul serio quanto gli si andava dicendo.
Eminenza,
buongiorno. Sono don Massimo Pavanello di Bresso.
Una
domanda e una considerazione.
La
domanda.
Lei
solo dopo un anno dal suo arrivo in diocesi ha scritto di tentazioni
del clero. È una ammonizione
generale
o ha individuato invece subito ambrosiane tentazione specifiche ed
evidenti?
La
considerazione.
Mi
riferisco alle destinazioni dei preti.
Quando
sono entrato in seminario mi è stato fatto fare un test psicologico.
La scienza.
Tutte
le decisioni più importanti poi (dalla vacanza estiva all'ammissione
ai ministeri) sono state prese dal rettore dopo aver sentito il padre
spirituale. La coscienza.
Diventato
prete sono stato seguito per qualche anno, all'ISMI, da mons.
Brovelli riconosciuto come grande foro interno diocesano. Questa
figura è stata poi considerata di ostacolo invece che di aiuto. Di
là dalle vicende personali dei singoli, a mio giudizio così però
si è buttato via il bambino insieme all'acqua sporca.
Oggi
infatti, a prescindere dalla amabilità dell'uno o dell'altro (tanto
sono tutti nuovi e quindi se ne può parlare liberamente), e questo è
ciò che le consegno come percezione, i vicari episcopali sono intesi
per lo più come foro esterno.
E
alcune reazioni dei preti in ordine a certe destinazioni - che si
manifestano con sintomi psicosomatici o con l'andare in piscina
3 volte la settimana; con la celebrazione in casa della messa in
latino o con forme più diverse - derivano, ritengo, anche da un
approccio prevalentemente “disciplinare” alla destinazione.
Non
dico che le sedi più disagiate non debbano essere coperte. Ma non è
possibile prevedere un luogo o delle persone, a livello diocesano,
che con l'attenzione alle scienze umane e alla coscienza concorrano a
tenere in equilibrio i due fori accompagnando i preti, nel caso,
prima a dire sì e poi ad essere sereni per quel sì?
Chi
incappa in qualche tentazione ora è costretto, per uscirne, al fai
da te.
In
anni recenti, riguardo le destinazioni, e questa è pure la mia
esperienza, la pagina più citata in diocesi non è stata quella di
Gesù che manda i 72 discepoli e poi li ascolta amorevolmente, bensì
quella del centurione romano che così descrive il proprio servo: io
dico va' ed egli va, io dico viene ed egli viene.
Grazie.
Così
mi ha risposto l'Arcivescovo.
Quando
parlo di tentazione non parlo delle tentazioni spicciole comunemente
intese, ma di quelle che riporto al n°11 della Lettera pastorale
“Alla scoperta del Dio vicino”. La tentazione come prova fisica,
psicologica e di fede. Quella che pure il Padre Nostro cita: non
indurci in tentazione. Non ho in mente allora difetti ambrosiani
specifici.
Circa
l'accompagnamento dei preti, abbiamo riorganizzato da qualche mese
l'ambito della Formazione del clero sotto la guida di S.E. Mons.
Stucchi e pure mons. Brovelli ha accettato di farne parte. Anche le
scienze umane, pur senza farne un idolo, saranno tenute presenti. Al
momento si sta lavorando sulle prime destinazioni dei preti novelli
(1+3) poiché da lì ci sono arrivate le maggiori sollecitazioni. Ma
il programma è quello di coprire con l'accompagnamento tutte le età.
Riguardo
il taglio “disciplinare” delle destinazioni, caro don Massimo,
sono totalmente in disaccordo con te. Il mio approccio, e quello dei
vicari, è sempre attento alle esigenze dei singoli pur dovendo
provvedere a bisogni oggettivi. Di fronte ai dei no ci fermiamo,
anche se cerchiamo di far emergere le motivazioni più vere del no.
Senza dire poi che se qualche volta è successo di proporre con
fermezza una destinazione l'80% dei preti ha comunque risposto di no!
Commenti