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Lotta alla pedofilia: don Di Noto (Meter), “silenzio sospetto”


Nel presentare il Report Meter 2012, con rammarico, escludendo le agenzie di stampa che hanno diffuso i dati e il lavoro concreto di Meter (www.associazionemeter.org), e poche testate giornalistiche online e a livello cartaceo solo ‘Avvenire’, nessuno, e dico nessuno, dei quotidiani italiani ha scritto una sola riga, un box a margine del gossip (sic!). Un silenzio che soffoca il forte grido delle piccole vittime coinvolte”. Così don Fortunato Di Noto, presidente e fondatore dell’associazione Meter, nell’editoriale pubblicato oggi dal Copercom
(www.copercom.it) sul “Silenzio sospetto sui cannibali di bambini”. “Hanno - giustamente - dato ampio risalto, paginoni su paginoni, alla solita e ormai quasi artefatta e pilotata, triste e pur inquietante relazione ‘pedofilia e clero’”. Ma sui dati del Report e “l’impegno concreto e verificabile dell’associazione (da 23 anni impegnata a tutela dell’infanzia) l’assenza di rumori mediatici. Media sclerotizzati. Come non denunciare questi fatti descritti dal Report, come non rendere visibile e descrivere l’immane e silente violenza che viene perpetrata sui neonati (l’infantofilia); come non reagire alla devastazione che una bambina o un bambino subisce e quando viene resa ‘pubblica’, ostentata attraverso foto e video online nella rete delle reti?”.
Consiglio di rivedere e rileggere il Report, di far vibrare e parlare i numeri, che sembrano asettici, ma raccontano le vicende dolorose e tristi dei bambini vittime della pedofilia”. L’impegno di Meter, precisa don Di Noto, “non è solo “una denuncia ma è un’opera di ‘abbraccio’ e cammino di vita. Perché di questo parliamo quando dichiariamo: 15.946 + 56.357 siti pedofili denunciati, 1.274 comunità pedofile nei social network, 101.392 siti in meno di 10 anni, 839 consulenze telefoniche (22.987 dal 2002 al 2012), 5.640 vittime di sexting e 951 vittime accompagnate e accolte. Ditemi, allora, se questo intenso impegno per l’infanzia non richieda attenzione e diritto di parola e di essere conosciuto dai più”. Ma ciò, “paradossalmente, non è avvenuto. Piuttosto abbiamo registrato indifferenza, complicità. Non voglio pensare a un complotto per non rendere pubblico un impegno serio, costante, verificabile e sconvolgente, ricco di risurrezione e di ripresa della vita. Continueremo lo stesso - conclude il sacerdote - per servire i piccoli e per rendere sempre più luminosa l’azione della Chiesa e della società in questo delicato, trasversale e rischioso universo”.
Agensir

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