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Le elezioni 2013. Il menù e la dieta

In occasione dell'uscita in settimana del documento della Diocesi di Bergamo, successivo a quello  della Diocesi di Milano (vedi entrambi in fondo pagina), riguardo i cattolici e le elezioni 2013, così ne ho parlato -ospite a Radio Marconi- nella rubrica "L'opinione".

Vorrei commentare oggi non tanto la singola notizia bensì il quadro che dovrebbe raccoglierla. Mi spiego con un esempio preso dal mondo della cucina. La politica oggi è come un menù, ma invece dovrebbe essere come una dieta. Il menù è un elenco di cibi buoni tra cui scegliere in base al gusto del giorno. La dieta invece è un sistema organico di nutrimento che ha come scopo la salute generale. C'è un fine da
raggiungere a medio termine ed il mezzo deve contemplare sempre tutti gli ingredienti.

Il cardinale Scola chiama questo quadro generale “mondovisioni”, cioè progetti per il mondo, sguardi ampi. Il rischio oggi è che le mondovisioni appartengano, purtroppo, solo alla sfera religiosa. Di tutte le religioni. Invece dovrebbero interessare pure la politica. La debolezza della politica oggi è che essa è intesa come una voce del menù che può essere scelta anche come piatto unico. La dieta invece prevedrebbe un carnet con questa esatta successione: il pensiero (la visione del mondo), l'etica (la coerenza nel raggiungere la meta), la politica (l'organizzazione collettiva), l'economia (il sostentamento dell'organizzazione, che appartiene alla cultura e non alla natura) e la finanza (uno strumento possibile).

Se si avverasse questo necessario quadro ecco che tutte le realtà troverebbero giusta gerarchia e soprattutto legame. Il card. Bagnasco nella prolusione dell'altro giorno alla CEI ha detto esattamente questa cosa: la politica è diventata una questione antropologica. E quando si parla di uomo non se ne può parlare a pezzetti.

Credo che la questione politica allora non sia solo scegliere tra bene e male (ogni menù in fondo offre qualche cibo un po' sano), ma scegliere tra mondovisioni. La politica estera sembra sparita da questa campagna elettorale e dalle pagine dei giornali, i temi sensibili (da quello del lavoro che manca alla biopolitica) sono stati congelati, nessuno sa cosa pensino le coalizioni del terzo settore che è il vero welfare che sorregge la quotidianità. Queste non sono solo singole portate!

Credo però che un elemento nuovo e positivo lo si possa trovare in questa attualità. La comparsa di un “centro” o di un “centrino” come qualcuno lo chiama. Di là da come la si pensi e dal peso politico che potrà avere ritengo che questa presenza abbia giovato a tutti gli schieramenti in ordine a quanto stiamo dicendo. Come elemento calmierante i due forni. Il ventennale bipolarismo con l'elmetto ci aveva abituati a discussioni – per tornare all'esempio iniziale – del tipo: meglio il panettone o il pandoro? E giù col tifo da stadio...
Oggi la domanda sul tappeto è: chi ci aiuta di più a star bene, cioè a raggiungere lo scopo della nostra vita che non può essere a scapito di quella degli altri? Abbiamo riguadagnato la domanda. Speriamo ora arrivi pure la risposta.


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