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L’ospitalità nelle strutture ecclesiastiche: un patrimonio da sviluppare

Alcuni servizi offerti dagli Oblati di Rho, nei pressi della Fiera
Ieri si è tenuto a Fa' la cosa giusta (vedi l'iniziativa alcuni post sotto) una tavola rotonda sulle strutture di accoglienza a Milano in vista dell'Expo. Riporto il mio intervento. 

La promozione dell’accoglienza - in ambito ecclesiale - trova esplicito invito nella quarta Opera di Misericordia corporale: alloggiare i pellegrini.
La storia ha di volta in volta allargato o ristretto l’idea di pellegrino (diretto ad una meta santa, oppure no) e anche la pratica dell’accoglienza ha trovato mutazioni a partire proprio dalla definizione di viandante. Oggi, qui, affronto solo la situazione della diocesi di Milano che - sotto il profilo degli alloggi ecclesiastici - è assai singolare e diversa da molte altre (Roma, Firenze, Assisi…).
La tradizione ambrosiana - in ambito giovanile, ma non solo - ha legato la pratica di vacanza, e conseguentemente i propri investimenti, ai campeggi estivi alpini (cfr www.campeggiriuniti.it) nelle tende; e
solo più recentemente anche in strutture diverse. La vacanza normalmente è di gruppo e inserita al termine di un cammino educativo offerto durante l’anno.
Tempo ordinario. a) Le vacanze. I milanesi chiedono case per vacanze ordinariamente fuori dal territorio della diocesi (mare, monti, … cfr l’elenco nel sito della diocesi www.chiesadimilano.it/turismo). Diverse parrocchie e movimenti, ad esempio, posseggono/gestiscono strutture in quei luoghi. b) Incoming. Sul territorio invece prevale l’attenzione al pellegrino in senso “stretto”. Gli istituti religiosi che ne hanno possibilità accolgono pertanto quasi solo gruppi per ritiri spirituali di uno o più giorni. Questa forma è favorita anche dal fatto che a Milano il calendario turistico incrocia le strutture ecclesiastiche, anche quelle più elastiche, quando esse sono occupate dall’attività pastorale ordinaria.
Tempo straordinario. Il modello è abbastanza rodato ed in occasione di Grandi Eventi la Chiesa accoglie i pellegrini nelle famiglie. Così è stato recentemente per i due incontri internazionali di Taizé; così si prevede sarà anche per il Forum mondiale delle famiglie nel 2012, anche se probabilmente in questo caso la capacità recettiva consueta sarà forse insufficiente.
Qualche eccezione virtuosa. Sono tre le Case, con grandi possibilità di accoglienza alberghiera, che funzionano nella diocesi di Milano. Hanno una propria programmazione di appuntamenti spirituali, ma assecondano pure una forte domanda che proviene da più parti. La prima si trova in Brianza, a Triuggio. È Villa Sacro Cuore con 185 posti letto, 300 coperti per il pranzo, una sala convegni da 200 posti. La seconda è vicino la Fiera di Rho. Il Collegio oblati di Rho ha 88 posti letto, sale congressi di diversa capienza, sale da pranzo, ed un ampio parcheggio interno. Infine c’è Villa Cagnola - Centro Convegni Ospitalità a Gazzada con 47 camere doppie (15 matrimoniali), 15 singole, 2 triple dotate di servizi per disabili, diverse sale convegno e la villa vecchia con la “Raccolta Cagnola” che comprende quadri e porcellane antiche.
Inoltre, da poco tempo, il Convento S. Maria delle Grazie, a Monza, ha aperto uno spazio con alcuni posti letto; mentre si sta aspettando che lo storico Seminario di Corso Venezia a Milano - con funzione mista, oggi chiuso per restauro - riapra tra qualche anno.
Destinazioni d’uso diverse. Le strutture ecclesiastiche dedite all’accoglienza, presenti sinora nella diocesi di Milano, sono occupate prevalentemente da case di riposo, da collegi universitari, da alloggi per parenti che hanno degenti negli ospedali cittadini. Funzionano tutto l’anno e non sono convertibili a funzioni diverse, ad esempio, durante l’estate (cfr l’elenco su www.chiesadimilano.it/turismo).
Il futuro. Con la Regione, riguardo ai siti citati ed altri, è già aperto un dialogo su possibili sviluppi a partire dall’individuazione di itinerari di turismo religioso che possano richiedere un’accoglienza specifica (cfr il Cammino di S. Agostino in Brianza). Proprio questa, infatti, è la caratteristica fondamentale che le istituzioni ecclesiali intendono mantenere: un’ospitalità inserita all’interno di un progetto che non prescinda dalla dimensione di ricerca spirituale, seppur ampiamente intesa.

Massimo Pavanello
Responsabile Ufficio turismo
Arcidiocesi di Milano

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