Un balzello anti-inquinamento. Lo pagheranno i 20 mila pullman attesi in città durante l’Ostensione della Sindone. Ognuno verserà dai 30 ai 50 euro a seconda della vetustà - leggi: capacità di inquinare - dell’automezzo. La cosa significativa è che nessuno protesta, anzi. Il Comitato organizzatore dell’evento aveva già aderito con entusiasmo - anche perché sul tema ambientale Benedetto XVI s’è speso non poco - all’iniziativa di 28 consiglieri comunali della maggioranza di centrosinistra che avevano presentato e fatto approvare una mozione con la quale si chiede e pretende che Palazzo Civico vari una serie di misure
per ridurre e compensare le emissioni di anidride carbonica, principale causa dell’effetto serra.
per ridurre e compensare le emissioni di anidride carbonica, principale causa dell’effetto serra.
Una cosa nemmeno tanto nuova, visto che il sindaco di New York, Bloomberg, ha varato un piano di difesa dal CO2 che prevede di far crescere un milione di piante sull’isola di Manhattan per sfruttare la capacità dei vegetali di assorbire le emissioni di gas. Più modestamente, l’iniziativa dei consiglieri torinesi, guidati da Marco Grimaldi di Sinistra e Libertà, puntava e punta ad andare oltre la volontarietà legata alla sensibilità ecologica degli organizzatori di singoli eventi come, ad esempio, avvenuto con l’ultimo concerto in piazza dei Subsonica o la performance di Tiziano Ferro il quale, per compensare le emissioni del suo spettacolo live, ha regalato 100 piante alla città. Per Grimaldi & c., la città deve dotarsi di norme più vincolanti per ridurre e compensare le emissioni inquinanti. A partire dai grandi eventi attesi in città, in primis l’Ostensione della Sindone, il più importante del 2010 che si calcola porterà in città un milione mezzo di pellegrini.
Da qui è nata l’idea dell’eco-balzello che, malcontati e se si riveleranno esatte le previsioni della vigilia, faranno affluire nelle casse comunali da un minimo di 600 mila a un massimo di un milione di euro. Denaro con il quale si potranno piantare un bel po’ di alberelli. «Ma non solo - spiega l’assessore all’Ambiente Roberto Tricarico (Pd), incaricato dai colleghi di giunta di coordinare il progetto - credo che una parte del denaro potrà essere utilizzata per riqualificare, almeno dal punto di vista del verde, una piazza cittadina. Abbiamo anche coinvolto il Politecnico e Environment Park, l’incubatore pubblico-privato che si occupa di ambiente ed energie pulite, per individuare altre forme di compensazione ambientale. Vedremo».
Intanto, per evitare che anche uno solo dei ventimila autisti che arriveranno a Torino da tutta Italia possa sospettare di essere finito in una città di grassatori, si sta mettendo in piedi un servizio di accoglienza che garantirà arrivo e partenza ordinata per tutti i pullman attesi.
«Al momento della prenotazione - spiega Tricarico - verrà chiesto a ogni autista di fornire un numero di cellulare sul quale poterli contattare. A nostra volta forniremo a ognuno di loro un numero di cellulare da chiamare quando arriveranno alle porte di Torino». La telefonata farà accorrere un mezzo Gtt, l’azienda di trasporto pubblico torinese, che avrà il compito di guidare il pullman verso la zona destinata ad accogliere i pellegrini. L’incaricato Gtt attenderà quindi che il mezzo si svuoti per poi accompagnarlo nei parcheggi che verranno allestiti ai confini del centro storico.
La prima eco-Ostensione non si limiterà però al solo balzello. Il Comitato organizzatore, diretto da Massimo Baradello, da tempo sta contattando aziende e specialisti per capire come cambiare, migliorandolo, l’utilizzo di materiali e attrezzature per ridurre l’impatto ambientale diminuendo, ad esempio, la produzione di rifiuti. In parallelo, Politecnico e Environment Park avvieranno un’analisi sulle emissioni degli eventi culturali, fieristici e convegnistici della città per varare misure anti-CO2 ancora più efficaci. Dove Torino metterà tutte le nuove piante che l’eco-offensiva produrrà, per il momento non è dato sapere, ma gli uffici di Palazzo Civico sono ottimisti: «Già oggi riusciamo a fatica a sostituire le piante che per una ragione o per l’altra devono essere abbattute o sostituite».
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