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Convegno acclesiale alla Bit: Scoprire l’altro, una ricchezza

La diversità non può essere temuta perché non rappresenta una minaccia o un pericolo: ri­spettando l’originalità di ciascuno ci si accorge facilmente che ognuno ha qualcosa da donare al­l’altro e qualcosa da ricevere. Questa impostazione offerta dal vescovo ausiliare di Milano, Erminio De Scalzi, al convegno ecclesiale svoltosi ieri alla Bit (Borsa internazionale del turismo) di Milano, ha tro­vato d’accordo anche esponenti di altre confessioni. (Nell foto i diversi tavoli dei relatori). L’evento,
salutato anche da un messaggio inviato da monsignor Antonio Maria Vegliò e da monsignor Agostino Marchetto, rispettivamente presidente e segreta­rio del Pontificio Consiglio della pa­storale per i Migranti e gli itineranti, aveva per tema 'Il turismo: celebra­zione della diversità'. Si tratta di un appuntamento ventennale promos­so dall’arcidiocesi di Milano, assieme alla Cei e all’organismo vaticano, al­l’interno della grande rassegna internazionale sul tu­rismo. Lo stesso presidente della Fiera di Milano, Michele Perini, introducendo i lavori, ha sottolineato il saldo legame tra l’ente e l’arcidiocesi ambrosiana. De Scalzi, che è il vescovo delegato per il turismo e il tempo libero della Conferenza episcopale lom­barda, ha detto che «ciascun uomo si percepisce nel­la sua identità solo confrontandosi con qualcuno che gli è differente. È, questa, un’esperienza fonda­mentale della vita», valorizzata dal turismo che «sa mettere a contatto con gli altri modi di vivere e di vedere il mondo sviluppando un dialogo intercul­turale, interetnico, interconfessionale». Per De Scalzi, la città di Milano, in vista del VII Con­vegno mondiale delle Famiglie (2012), della ricor­renza dei 1700 anni dall’editto di Costantino (2013) e dell’Expo (2015), costituisce uno straordinario la­boratorio di integrazione.
Una linea che ha condi­viso anche Rassmea Salah, redattrice di Yalla Italia, mensile che dà voce al processo d’identità delle se­conde generazioni. Salah è intervenuta all’appunta­mento di ieri con don Giuseppe Zhang, vice cap­pellano della comunità cattolica cinese - che ha rac­contato come siano in aumento i pellegrini cinesi che scoprono la cultura occidentale, i diritti umani e il cristianesimo - e con Letizia Quaran­ta, esperta di lingue e di internet che racconta, attraverso il sito bilingue­pergioco. com, come l’insegnamento familiare bilingue possa aprire la mente dei figli al mondo plurale.
La relazione centrale della giornata ('Le Vie sacre: un’ecumene che ri­spetta le identità') è stata sviluppata da Danilo Zardin, ordinario di storia moderna alla Cattolica di Milano, che ha tracciato un esauriente viaggio nella storia del pellegrinaggio. «Intorno alla sua pratica – ha spiegato Zardin – si è costruita una tradizione fatta di usi, simboli e gesti che, dall’avvio della presenza del cristianesimo nel mondo mediterraneo, ne ha accompagnato lo svi­luppo e lo ha avvolto capillarmente, dal centro alla periferia estrema. Il pellegrinaggio cristiano è di­ventato il fulcro di una tradizione condivisa».
Al termine del convegno, è stato inaugurata l’'Oasi del Silenzio', un luogo di preghiera e meditazione interreligioso nel quartiere espositivo della Fiera.

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