“Il pellegrinaggio costituisce un’importante risorsa pastorale, un dono autentico dello Spirito Santo. È occasione di rinascita interiore, di rinnovata consapevolezza cristiana e di più generoso impegno nella storia. Non si tratta di inseguire una tendenza, ma di offrire la nostra corrispondenza ad un evento del tutto singolare, in vista dell'annuncio del Vangelo nel mondo contemporaneo e nel contesto delle culture attuali”. Lo ha detto oggi a Roma, intervenendo alla riunione della Commissione presbiterale italiana, il presidente del Collegamento nazionale dei Santuari (Cns), don Marino Basso. Titolo del suo intervento è stato “L’importanza dei
santuari e dei pellegrinaggi in una pastorale integrata” e il relatore ha evidenziato come i santuari siano “centri di pietà, di orazione, di raccoglimento, di preghiera, di rifacimento spirituale”. Nel proporre ai giorni nostri le visite ai santuari ed i pellegrinaggi – ha poi aggiunto – occorre “tenere conto delle nuove condizioni di vita, caratterizzate dal fenomeno diffuso, crescente e strutturale, della mobilità. Questo comporta una pluralità di interventi, capaci di ridestare energie, progetti e metodi idonei ad annunciare il Vangelo nella cultura della mobilità”.
santuari e dei pellegrinaggi in una pastorale integrata” e il relatore ha evidenziato come i santuari siano “centri di pietà, di orazione, di raccoglimento, di preghiera, di rifacimento spirituale”. Nel proporre ai giorni nostri le visite ai santuari ed i pellegrinaggi – ha poi aggiunto – occorre “tenere conto delle nuove condizioni di vita, caratterizzate dal fenomeno diffuso, crescente e strutturale, della mobilità. Questo comporta una pluralità di interventi, capaci di ridestare energie, progetti e metodi idonei ad annunciare il Vangelo nella cultura della mobilità”.
Dedicando la seconda parte del suo intervento ai santuari, don Basso ha affermato che “avendo ogni santuario una propria storia, un proprio messaggio e spesso anche una propria spiritualità, collegata a volte alla presenza di un ordine religioso, risulta spontaneo che in esso si attui anche un ciclo di ricorrenze e memorie particolari, un ‘itinerario della memoria’”. “A tale riguardo – ha proseguito – occorre una particolare sensibilità per rispondere alle istanze della vita devozionale del popolo (devozione popolare), ma nello stesso tempo è necessario evitare ogni forma di pietismo o di tradizioni non fondate, di sovrapposizioni indebite al cammino dell’anno liturgico”. Tra i suggerimenti che ha avanzato, c’è quello di riservare “un'attenzione speciale alla pastorale familiare e a quella vocazionale, con specifico riferimento alle forme di speciale consacrazione”. Ha richiamato quindi “le opere caritative e il servizio assistenziale, nella promozione umana, nella salvaguardia dei diritti della persona, nell’impegno per la giustizia, secondo la dottrina sociale della Chiesa” in cui molti santuari sono impegnati. Ha infine esortato i santuari a divenire “promotori di cultura, sia dotta che popolare, contribuendo per la loro parte al ‘progetto culturale orientato in senso cristiano’ della Chiesa italiana”.
Agensir
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