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Giovanni Paolo II. In un mondo smarrito


“Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!”. Alla vigilia della beatificazione di Giovanni Paolo II, il 1° maggio in piazza S. Pietro, la presidenza della Cei rilancia, in un messaggio, “le parole con le quali Giovanni Paolo II ha iniziato il suo pontificato ed esprime al Signore la gratitudine delle Chiese che sono in Italia per ‘la limpida testimonianza’ con cui egli ha ricordato ‘quanto sterile e fuorviante si riveli il tentativo di voler escludere Cristo dalla storia’”. 87 delegazioni ufficiali, 2.300 giornalisti accreditati, in rappresentanza di 101 nazioni. Questi alcuni
“numeri” della cerimonia del 1° maggio: a fornire le cifre è stato padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, in un “briefing” svoltosi il 29 aprile.

Non abbiate paura. “In un mondo spesso smarrito, egli ha costituito un riferimento sicuro, un profeta che non ha mai smesso di additare la via di una speranza affidabile, di un amore alla portata di ogni uomo”. Così i vescovi italiani, nel messaggio, ricordano Giovanni Paolo II, che “con veemenza, ha scosso le coscienze per renderle consapevoli di quanto sia disumana la pretesa di costruire la città senza Dio”. “Non abbiate paura” – mai – della vita: “da quella nascente, fin dal concepimento, a quella segnata dalla vecchiaia, ugualmente sacra e inviolabile”, altro insegnamento del Papa, che “da anziano e sofferente, ha testimoniato in prima persona un totale rispetto per essa”. “Se Giovanni Paolo II ha saputo incrociare i drammi del nostro tempo e aprirli alla luce pasquale è stato grazie alla sua fedeltà al Vangelo e all’uomo, ‘prima e fondamentale via della Chiesa’”, scrivono i vescovi italiani, chiedendo che “ne sia sempre rispettata la vita e promossi la dignità e il diritto alla famiglia, al lavoro, alla libertà religiosa”; linee, queste, sulle quali, “particolarmente in questo decennio dedicato all’educazione”, la Cei rilancia il suo “impegno missionario”, convinta di “svolgere così un servizio indispensabile all’unità e al bene del Paese”.

L’arazzo e il reliquiario. L’immagine dell’arazzo che raffigura il nuovo Beato, e che si scoprirà al termine della formula di beatificazione – ha reso noto padre Lombardi – è la riproduzione di una foto di Giovanni Paolo II del 1995, mentre il reliquario del 1° maggio è in forma di rami d’ulivo: opera di un argentiere romano, misura circa 40 centimetri, e nella parte alta presenta una teca di vetro che contiene un’ampolla di sangue di Giovanni Paolo II, in forma di provetta di vetro. Il reliquiario sarà portato all’altare, e deposto sul piedistallo a sinistra di esso, da suor Tobiana e da suor Marie Simon-Pierre, la cui guarigione miracolosa ha aperto la via per la beatificazione, accompagnate da quattro giovani (due della diocesi di Roma, due della diocesi di suor Marie), più altre due persone che porteranno dei fiori. Il calice sarà quello usato abitualmente da Giovanni Paolo II negli ultimi anni, la casula e la mitria quelle realizzate durante il suo pontificato e da lui spesso usate.

La messa e l’atto di venerazione. A concelebrare con Benedetto XVI, il 1° maggio – ha ribadito padre Lombardi – saranno solo i cardinali; alla sinistra del sagrato ci saranno i vescovi e i prelati, alla destra delegazioni ufficiali, che vedranno la presenza di cinque case regnanti (Belgio, Lichtenstein e Lussemburgo, i principi delle Asturie e il duca di Gloucester), 16 capi di Stato non reali (tra cui Italia e Polonia), 6 capi di governo e alcune autorità dell’Unione europea. La celebrazione del 1° maggio, e la diretta mondovisione, comincerà alle 9 del mattino con l’ora di preparazione in cui i fedeli pregheranno insieme con la Coroncina della Divina Misericordia. Alle 9.55 è prevista l’uscita della processione, con il Papa, dal Portone di Bronzo. Alle 10 comincerà la messa di beatificazione, che si concluderà con uno speciale “atto di venerazione” nei confronti del nuovo Beato che compirà il Papa entrando in basilica, seguito dai cardinali, dalle delegazioni ufficiali e dal clero. Dopo l’atto di venerazione, il Papa entrerà in sagrestia e saluterà i capi di Stato. Il 2 maggio, alle ore 10.30, la messa di ringraziamento.

Come Lourdes. La veglia e In questi giorni, sul sito vaticano (www.vatican.va), si può “cliccare” una nuova pagina dedicata alla beatificazione di Giovanni Paolo II, con 500 foto prese dall’archivio de “L’Osservatore Romano” e 2.400 frasi in lingue diverse. Anche il “popolo di Internet” – ha informato don Walter Insero, direttore dell’Ufficio delle comunicazioni sociali del Vicariato di Roma – potrà seguire “live” l’evento, grazie a “Sentinelle digitali” (www.pope2you.net), l’iniziativa espressamente dedicata ai social network, che permetterà agli utenti della rete di collegarsi tramite Facebook e Twitter. Una “celebrazione della memoria”, dove “in un montaggio commovente rivivremo gli ultimi mesi del pontificato di Giovanni Paolo II”. Così mons. Marco Frisina, direttore dell’Ufficio liturgico del Vicariato di Roma, ha definito la prima parte della Veglia al Circo massimo, in programma il 30 aprile dalle 20 alle 22.30, con un’appendice singolare: la prima “notte bianca” della preghiera che si svolgerà a Roma, dopo la Veglia, in otto chiese del centro storico. Nella parte finale della Veglia, il Papa in collegamento dal palazzo apostolico reciterà l’orazione finale e impartirà la benedizione apostolica a tutti i partecipanti, che lo “saluteranno” accendendo i loro lumini: e il Circo Massimo, mentre i fedeli canteranno la “Salve Regina”, assomiglierà un po’ a Lourdes.

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