Raggiungete le periferie
del mondo, ha esortato recentemente papa Francesco. Forse non tutti
gli italiani sono arrivati così lontano, ma senz'altro l'8x1000 di
quelli che hanno firmato per la Chiesa cattolica ha già oltrepassato
diverse mura, raggiungendo “le tangenziali” delle città.
A volte sono perimetri in
senso figurato, a volte lo sono in senso stretto. Come a Milano, ad
esempio. Dove due progetti sostenuti dai fondi 8xmille trovano stanza
proprio sul tracciato delle
tangenziali: la Grangia per i
rifugiati e i richiedenti asilo a Monluè; la Scuola popolare I
care al quartiere Gratosoglio di Milano.
Entrambe le esperienze
sono state concentrate in alcuni clip che stanno scorrendo in queste
settimane sugli schermi televisivi, insieme agli spot di altre realtà
supportate da questo specifico gettito ( www.chiediloaloro.it
).
La presentazione delle
due realtà citate - oltre all'intero materiale pubblicitario che
circola non solo in tv ma anche con un approfondimento sul web nella
sezione ‘Zero Like’ - sarà martedì 7 maggio proprio alla
Cascina Monluè.
La data è vicina infatti
a domenica 5 maggio giorno dedicato, a livello nazionale, al tema del
Sovvenire alle necessità della Chiesa cattolica.
L'obiettivo prossimo
della giornata è sollecitare la partecipazione alla firma in questo
tempo di presentazione della denuncia dei redditi. «La
Chiesa cattolica infatti, ricorda Matteo Calabresi del Servizio
promozione Cei per il sostegno economico alla Chiesa - si affida alla
libera scelta dei cittadini, da riconfermare ogni anno, per
proseguire la sua opera di pastorale, di sostentamento dei sacerdoti
diocesani e di progetti caritativi sul territorio».
Lo scopo remoto della sollecitazione nazionale, ancor più
importante, è però quello di rendere ragione di ciò che la Chiesa
fa attraverso l'8x1000, continua Calabresi, «al
servizio del Paese, dei più fragili ed esposti alla crisi economica,
a cui è necessario ridare speranza e risorse per ripartire. Insieme
all’impegno di promozione umana esteso anche alle nazioni in via di
sviluppo, dove la recessione globale ha aumentato insicurezza e
disuguaglianze».
Una coscientizzazione
necessaria ancor più dopo la fresca indagine, presentata al convegno
degli incaricati diocesani del Sovvenire ad Abano Terme, dalla quale
emerge che gli italiani (complessivamente considerati) ed i
praticanti (come dato scorporato) sono disinformati quasi allo stesso
modo sul binomio chiesa/soldi, sul regime fiscale italiano, sui reali
bisogni ecclesiali e sulle concrete destinazioni dei fondi. Il 42%
degli italiani e il 40% dei praticanti pensa ancora, ad esempio, che
i preti siano mantenuti dal Vaticano! Tutto ciò nonostante la
capillare presenza delle opere ecclesiali, quindi vicino
all’esperienza diretta di ciascuno.
Lo ha ben raccontato nel
suo recentissimo libro - L’impegno, edito da Rubbettino -
Giuseppe Rusconi.
Il testo, tra l’altro,
mostra come lo Stato - grazie al contributo ecclesiale attraverso le
mense caritative, le scuole paritarie, la formazione professionale, i
beni culturali, i fondi di solidarietà, ecc. - risparmi annualmente
11 miliardi di euro, a fronte di 1 miliardo erogato alla Chiesa
cattolica attraverso l’8x1000.
Di questo miliardo, sono
tornati alla diocesi ambrosiana lo scorso anno circa 13 milioni di
cui 7 devoluti alla pastorale e all’edilizia di culto e 6 agli
interventi caritativi. Oltre ai circa 20 milioni, gestiti dall'IDSC,
utilizzati per l'integrazione della remunerazione dei preti.
Già da queste semplici
informazioni risulta evidente come la partecipazione dei fedeli anche
al sostegno economico, segno e frutto di una consapevole
corresponsabilità ecclesiale, concorra a far crescere la grazia e
l’esperienza della comunione.
Maggiori info su
www.sovvenire.it
e su www.chiesadimilano.it
Massimo Pavanello
Incaricato diocesano
Sovvenire
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