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Turismo. La guida è un "angelo" piovuto dal web

Singolare "travel-community", fondata a Napoli da un insegnante universitario. Offre "amici-ciceroni", che danno consigli e informazioni, fino a portare in giro gratuitamente, nella loro città, i visitatori.
Andare in vacanza in una bella città senza capirne a fondo storia e particolarità è proprio un peccato. Le guide turistiche che si comprano in libreria possono aiutarci fino a un certo punto, l'ideale sarebbe avere in ogni dove un abitante disposto a portarci in giro raccontandoci "l'anima" del luogo in cui abita. Ma chi troverebbe il tempo e la voglia di farlo? Un angelo per viaggiatori. Magari contattato via internet con un semplice clic.
E Angeli per viaggiatori è appunto il nome di un progetto nato dalla fantasia imprenditoriale della città più ospitale d'Italia, Napoli, che ha pensato di creare un portale per mettere in contatto persone di tutto il mondo con un unico scopo. Creare una rete di "amici-ciceroni" che abbiano voglia di accogliere i turisti e portarli in giro alla scoperta della propria città.
Per "diventare angelo" ocorre registrarsi al sito e indicare sul
profilo il proprio livello di disponibilità: c'è chi offre consigli via web, chi si mette fisicamente a disposizione come guida turistica e persino chi offre ospitalità gratuita in casa propria. La community degli "Angeli per viaggiatori", che ha anche un profilo su Facebook, è già attiva nel capoluogo campano e in rodaggio in molte altre città italiane e internazionali, da Rio de Janeiro a New York. Il meccanismo è semplice: ci si registra gratuitamente, si entra a far parte della community, si consulta l'elenco dei profili degli "angeli" registrati e si contatta quello più adatto alle proprie esigenze. Ogni angelo può infatti specificare se preferisce il cinema o il teatro, se è appassionato di enogastronomia o di arte, e in base a queste preferenze il viaggiatore è il grado di scegliere il proprio "cicerone su misura".
L'iniziativa è nata dall'intuizione del 46enne Stefano Consiglio (foto), docente di Organizzazione aziendale all'Università Federico II di Napoli: "Un giorno, mentre la città era in piena emergenza-spazzatura - racconta - ero in autobus e ho visto che c'erano delle turiste spagnole preoccupate di non scendere alla fermata giusta della metropolitana. Erano talmente disorientate che alcune persone spontaneamente hanno cominciato a dare loro informazioni. A prendersi cura di loro. Da qui ho pensato che la gente ha voglia di riappropriarsi della propria città e, perché no, di mostrarne le bellezze e condiverle con i turisti".
Così è nato il progetto della community, sviluppato grazie al contributo di docenti universitari, amici, studenti, esperti del settore, e del laboratorio di idee "Kublai". Uno scambio di informazioni e di conoscenze che ha permesso in poco tempo di dar vita a un progetto ben ramificato (a Napoli ci sono già 300 angeli), che se decollasse potrebbe rilanciare il turismo nelle città d'arte. A costo zero.
"Quando abbiamo cominciato - spiega Consiglio - ci siamo subito posti il problema della sicurezza: come avremmo potuto impedire che qualche malintenzionato desse appuntamento a un viaggiatore per poi rubargli le valigie? Per evitarlo abbiamo attivato un controllo molto attento delle conversazioni tra utenti, e tutte le volte che una conversazione ci sembra sospetta avvertiamo l'ipotetica vittima di non rispondere. Finora però è successo una volta sola (ma si trattava di un semplice tentativo di abbordaggio uomo-donna) e la vittima era un angelo. Che è subito stato avvertito di non rispondere".
Gli angeli, attraverso la community, illustrano i luoghi che meritano di essere visitati, i ristoranti dove vale la pena mangiare, i musei da non perdere, le passeggiate che bisogna assolutamente fare, le fregature e i posti da evitare nella città in cui vivono, rispondendo alle domande dei viaggiatori. I visitatori esprimono poi i propri giudizi sull'esperienza vissuta, sulla gentilezza e sulle capacità degli angeli di dare consigli di viaggio, sulla qualità degli alberghi in cui hanno alloggiato, sulla bellezza dei posti che hanno visitato e sulla bontà dei prodotti che hanno mangiato e comprato. "Abbiamo appena lanciato una raccolta fondi - conclude Consiglio - con un programma di sponsorizzazione aperto a soggetti pubblici e privati: vorremmo promuovere l'iniziativa e far sapere ai turisti che esiste l'opportunità di fare un turismo diverso dal solito".
Sara Ficocelli, Repubblica, 28.7.10

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