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Tettamanzi. Messaggio per le vacanze 2010: Educare alla vacanza

Cari amici,
all’inizio dell’estate desidero condividere con voi qualche riflessione su questo tempo importante e singolare dell’anno: una riflessione che vuole farsi augurio cordiale perché il momento di vacanza diventi sempre più opportunità preziosa di crescita nella nostra “umanità”.
Vorrei rivolgermi in particolare a voi docenti di discipline legate al mondo del turismo, riprendendo i lavori del vostro convegno e la preoccupazione educativa che li anima, in perfetta sintonia con quanto Benedetto XVI ha scritto nella sua enciclica sociale Caritas in veritate in riferimento al turismo internazionale: «Con il termine “educazione” – leggiamo al numero 61 - non ci si riferisce solo all'istruzione o alla formazione al lavoro, entrambe cause importanti di sviluppo, ma alla formazione completa della persona».
In realtà l’istanza educativa è una questione cruciale per il presente e il futuro. E’ una sfida che tutti ci
interpella. Anche la Chiesa italiana testimonia la sua singolare sensibilità al riguardo proponendo a tutte le diocesi per il prossimo decennio un percorso pastorale tutto centrato sull’educazione. Del resto si è fatta sempre più viva la consapevolezza che la credibilità e l’efficacia dell’impegno educativo sono legate ad una vera e propria “alleanza” tra tutti coloro – persone e istituzioni – ai quali sta a cuore la crescita umana integrale delle nuove generazioni. La famiglia, la scuola, la società civile, la comunità ecclesiale sono quindi chiamate, ancora una volta e in modo più convinto ed energico, ad una feconda collaborazione nel trasmettere i valori che fanno l’uomo più uomo.
In questa prospettiva, educare alla vacanza significa intraprendere un lavoro intelligente e paziente che sappia precedere e affiancare ogni esperienza di viaggio e che trovi poi in questa stessa esperienza un coerente esercizio di autentica educazione.
Per città e villaggi, insegnando
Ritengo di fondamentale importanza l’affermazione del Concilio Vaticano II: “Chiunque segue Cristo, l’uomo perfetto, si fa lui pure più uomo” (Gaudium et spes, n. 41). In questa linea mi sembra veramente luminoso ed eloquente il versetto dell’evangelista Luca che avete scelto come titolo del vostro convegno: “Attraversava città e villaggi, insegnando”.
Vorrei suggerire qualche rapido spunto educativo per il campo turistico enucleandolo, senza forzature, dal versetto evangelico nella sua formulazione integrale: «Egli attraversava città e villaggi, insegnando e avvicinandosi a Gerusalemme» (Luca 13,22).
Rilevo anzitutto come Gesù attraversi i luoghi. Questo verbo evoca la leggerezza del cammino. Lui e i suoi discepoli non portano né due tuniche né bastone né borsa. La loro è una scelta di sobrietà: e questo dice rispetto per il territorio incontrato e per le persone che lo abitano. Sollecita l’incontro e la valorizzazione delle ricchezze locali. Manifesta un’asimmetria del bisogno: è lui, il pellegrino, a chiedere ospitalità. La pesantezza della dote che, in un certo senso, fa sentire a casa anche quando non lo si è, scompare per lasciare posto così all’incontro.
E poi ci sono le tappe compiute nelle città e nei villaggi, espressione popolare per indicare ogni luogo. Ovunque, infatti, è possibile arricchirsi di un incontro ed offrire una parola od un gesto di solidarietà e di attenzione, condividendo momenti di vita, sogni per il futuro, dolori del presente. Nessuna terra è al riparo dalla preoccupazione e dalla stima di Dio e dei suoi testimoni.
Gesù, inoltre, cammina insegnando. E’ la sua identità quella di essere maestro e non la sospende neppure per via. Insegna alternando momenti comunitari con altri più individuali. In qualche caso predilige persino la solitudine, che propone ugualmente come esemplare. Usa tutti i registri della comunicazione. Incontra gli altri senza che venga meno ciò che egli è, donando anzi ciò che gli è di proprio e di specifico.
Tutto questo, infine, viene fatto avvicinandosi a Gerusalemme: non dimenticando mai il luogo verso cui è orientato. E’ la meta, infatti, a motivare un viaggio. A tracciarne le caratteristiche. A dare coraggio nei momenti di difficoltà. Ad inserire ogni tassello della realtà quotidiana all’interno di un disegno compiuto.
Le opportunità della scuola
Nella logica di un’alleanza educativa credo che i valori presenti nel testo evangelico – come valori trasversali ad ogni cultura - possano essere fatti propri anche dalla scuola e dalla scuola che di turismo si occupa. E con grande utilità!
In realtà, ogni disciplina appresa all’interno del percorso scolastico sa sempre fare sintesi armonica tra la crescita personale e l’opportunità dell’incontro e della condivisione con gli altri. E questo è vero anche per le materie che rientrano nel settore della conoscenza turistica. Organizzare l’accoglienza alberghiera, conoscere le lingue, cucinare piatti tipici, promuovere territori… sono tutte attività che presuppongono sì una preparazione tecnica, ma unita sempre ad una “visione dell’uomo e del mondo”. Proprio qui sta il segreto affascinante e coinvolgente della questione educativa. Essa è, radicalmente e totalmente, una “questione antropologica”: sia il modo con cui concepiamo noi stessi, sia quello con cui ci rapportiamo con gli altri sono contrassegnati dal percorso educativo sperimentato.
Di qui l’importanza degli anni spesi nello studio, che danno spessore alla propria personalità e qualificano, con il lavoro, l’esperienza turistica nella quale si è chiamati ad operare.
Il pellegrinaggio
L’educazione alla vacanza deve interessare tutti: sia l’operatore sia il fruitore. Non mancano, anzi sono numerose le occasioni e le opportunità perché questo avvenga.
Vorrei ricordarne una in particolare, alla quale si applicano in un modo singolare le parole evangeliche a commento dell’educazione itinerante: “attraversava città e villaggi, insegnando”.
L’estate che si apre vedrà la celebrazione dell’Anno Santo Compostellano. A Santiago si recheranno in molti, anche dalla nostra regione, per il Pellegrinaggio Europeo dei Giovani. La Via sacra antica, percorsa da numerose generazioni, è stata maestra di vita e di fede per tantissime persone: e lo può essere anche nel nostro tempo.
A tutti il mio augurio di una felice esperienza educativa durante la prossima estate: un’esperienza che ridoni riposo fisico e mentale, condivisione di affetti veri e profondi, ricarica spirituale; un’esperienza che generi e alimenti la gioia di un autentico incontro con se stessi, con gli altri, con il Signore.

+ Dionigi card. Tettamanzi
Presidente Conferenza Episcopale Lombarda













21 giugno 2010, primo giorno d’estate

Commenti

Anonimo ha detto…
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