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La Francigena a Strasburgo. Le istituzioni europee interessate ai percorsi dei pellegrini

La Via Francigena fa tappa a Strasburgo. La millenaria strada che portò l'arcivescovo Sigeric da Roma alla sua sede episcopale di Canterbury, raccoglie in associazione gli oltre 100 comuni attraversati dall'antico cammino, dispiegati tra Italia, Svizzera, Francia e Regno Unito. L'Associazione europea delle Vie Francigene è un punto di riferimento per tutti i pellegrini e gli amanti della cultura e della storia, dotata di un sito internet (www.viafrancigena.eu) e di una rivista, "Via Francigena", edita in italiano e inglese, il cui ultimo numero è stato presentato all'Europarlamento durante la sessione plenaria del 5-8 luglio.
Il sostegno delle istituzioni. Un gruppo di deputati, in accordo con la Commissione Ue e il Consiglio d'Europa (la via percorsa da Sigeric fa parte degli Itinerari culturali del CdE), sta cercando di ottenere fondi dal bilancio comunitario per "favorire azioni che promuovano il turismo culturale". In questa categoria
rientrerebbe appunto la Via Francigena, così come il Cammino di Santiago di Compostela e i Cammini del Mont Saint-Michel. La Francigena può vantare il sostegno del commissario al turismo, Antonio Tajani: "La comunicazione adottata dalla Commissione il 30 giugno scorso riconosce il valore degli itinerari culturali e religiosi come strumenti di diversificazione dell'offerta turistica - dichiara -. Tali itinerari possono trasformarsi in veri e propri pacchetti turistici". Per queste ragioni, la Giornata europea del turismo del 27 settembre "sarà dedicata - aggiunge il commissario Tajani - agli itinerari culturali e religiosi". Anche il Consiglio d'Europa, oltre all'Ue, è impegnato sul fronte della valorizzazione del passato e dei siti storici continentali. "A oggi contiamo ben 29 itinerari culturali riconosciuti con uno specifico label dopo una qualificata selezione", spiega Gabriella Battaini-Dragoni, direttore generale cultura, sport, gioventù del CdE. "In ragione della loro intrinseca natura orientata verso la promozione della cultura, della storia, del patrimonio tangibile e intangibile locale, il turismo europeo potrà avvalersi in futuro dell'importante contributo degli Itinerari culturali del Consiglio" (le informazioni sono in www.coe.int) per "rispondere alla sue sfide attuali". Inoltre, gli itinerari possono "rappresentare una vera e propria risorsa economica e una offerta turistica alternativa e competitiva nel mercato del turismo internazionale".
Per collegare territori e popoli. Michel Thomas Penette, direttore dell'Istituto europeo itinerari culturali di Lussemburgo, riflette sul complessivo valore che si può assegnare agli Itinerari del Consiglio d'Europa: "Un programma - spiega - nato per collegare, simbolicamente e materialmente, mediante dei percorsi storici consolidati, le democrazie europee". Il direttore segnala fra l'altro il ruolo giocato da tali iniziative dopo la caduta del Muro di Berlino, nel 1989, anche al fine di "valorizzare la memoria condivisa dell'Europa orientale e occidentale". Il presidente della Associazione europea delle Vie Francigene, Massimo Tedeschi, torna invece sull'evento svoltosi a Strasburgo: "La presentazione della rivista in una delle capitali europee ha consentito di sensibilizzare le istituzioni comunitarie sulla valenza storica, identitaria ed economica di questi itinerari, affinché ne promuovano le potenzialità e il carattere innovatore".
Riscoprire le radici, costruire l'Europa. Interessanti le osservazioni provenienti da José Maria Ballester, direttore generale cultura al momento del lancio del programma degli Itinerari culturali del Consiglio d'Europa. "Una ventina di anni fa il CdE promosse i Cammini di Santiago quale itinerario culturale europeo con l'auspicio che tale iniziativa servisse a creare una rete di tracciati in tutto il territorio continentale, per far conoscere e apprezzare ai cittadini dei nostri giorni le strade, gli spazi, le tradizioni e le idee su cui si fonda la civiltà del nostro continente". "Non si nutrivano dubbi già allora - aggiunge Ballester - che questa iniziativa avrebbe incontrato il favore dei cittadini. Gli Itinerari sono diventati una specie di programma Erasmus della cultura, un nuovo modo di pensare alla storia e di comprendere che la costruzione dell'Europa non è un fatto recente quanto piuttosto il prodotto di dinamiche che si sono succedute e sedimentate nel tempo e nello spazio". "Gli itinerari di pellegrinaggio - di cui la Via Francigena, il percorso di San Martino di Tour o la via di Mont Saint-Michel sono esempi eccellenti - così come le rotte commerciali oppure i percorsi militari, sono un retaggio della storia che offre al moderno cittadino una variegata tavolozza multicolore in cui è possibile rintracciare le proprie radici e meglio conoscere quelle degli altri che, dal momento che viviamo ormai in una società globalizzata, cominciano anche a diventare radici comuni". Radici condivise, dunque, "sulle quali - osserva ancora Ballester - si può fondare e sostenere il processo di costruzione dell'Europa".
Agensir, 15.7.10

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