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In Cambogia una vittima su tre è una bambina

In Cambogia una vittima su tre del traffico ai fini di sfruttamento sessuale è una bambina. E’ quanto emerge dalla ricerca sul traffico di esseri umani in Cambogia nel 2009, presentata oggi a Milano dalla ong Intervita, attiva in progetti di prevenzione per i minori in Asia, Sud America e Africa. I 109 casi analizzati nella ricerca, grazie alle segnalazioni di una rete di 27 organizzazioni non governative presenti in Cambogia, hanno permesso di ricostruire il profilo delle vittime: tutte donne sotto i 39 anni, per il 37% bambine (la più piccola ha 7 anni). Circa la metà delle vittime proviene da famiglie disgregate e instabili economicamente, il 36% è analfabeta, molte di loro sono state costrette ad abbandonare la scuola e il 12% sono state coinvolte nel traffico con le proprie sorelle. “E’ uno scenario agghiacciante, ha commentato Daniela Bernacchi, direttore
generale di Intervita -. Un dato che ci ha colpito è che il 76% delle vittime sapeva che sarebbe stata coinvolta in attività legate alla prostituzione. Una conferma che nel Sud del mondo la tratta è purtroppo sempre di più una scelta obbligata per chi vuole fuggire da povertà è analfabetismo”. Rispetto al 2008, la ricerca evidenzia una crescita esponenziale della tratta con un incremento del 49% dei casi. Solo il 10% delle vittime ha avuto un avvocato, tutti appartenenti alle ong presenti in Cambogia.
Su 53 vittime che hanno sporto denuncia alle autorità, solo in 15 casi sono state condotte indagini che hanno portato all’arresto di 13 trafficanti. Il 26% delle vittime sono state costrette a entrare nel giro della prostituzione, nei centri massaggi e nei locali notturni come ragazze karaoke. “Il turismo occidentale in Cambogia sta crescendo rapidamente - prosegue Bernacchi -. Sugli 83 trafficanti oggetto della ricerca, per la prima volta si registra la presenza di due occidentali. Un dato che ci preoccupa molto”. Nel 2009 gli italiani che hanno visitato la Cambogia sono stati 17.154 (dati del Ministero del turismo cambogiano). Di questi il 63% erano uomini, a fronte di una media degli arrivi da tutti i Paesi del 58%. L’Italia, tra i paesi dell’Unione europea, è il quinto paese per flussi turistici verso la Cambogia, preceduta da Olanda, Germania, Francia e Regno Unito. Intervita opera in Cambogia con centri di accoglienza e recupero per minori vittime della tratta e svolge attività di prevenzione: per il 2010 è prevista la sensibilizzazione del 20% dei turisti e del 10% della popolazione cambogiana, tramite una rete di 100 conducenti di motorisciò (tuk tuk), servizi di “help line” telefonica, cartelloni informativi e libretti in inglese e kmer. Si stima che ogni anno, nel sud-est asiatico, siamo almeno 200-250.000 le donne e i bambini coinvolti, un terzo dell’intero traffico mondiale.
Agensir, 30.6.10

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