Cristo Risorto, mosaico di
padre Rupnik, Cappella Redemptoris Mater Palazzo apostolico - Vaticano |
I fatti narrati ne La Divina
Commedia di Dante Alighieri si svolgono abbondantemente durante
il Triduo pasquale.
Citare questo scritto, non è quindi
fuori luogo per fare gli auguri a ciascuno là dove si trova: nella
sofferenza infernale; nella possibilità purgante; nella gioia
paradisiaca.
Tanto più che ogni Cantica termina con
la parola "stelle": E quindi uscimmo a riveder le
stelle (Inferno); Puro e disposto a salir a le stelle
(Purgatorio); L'amor che move il sole e l'altre stelle (Paradiso). Un invito a guardare sempre il cielo, quindi, abitato da Gesù
risorto che non si dimentica di noi.
Quello stesso Gesù che così
nell'Apocalisse (22, 16) rassicura della sua compagnia: Io, Gesù,
ho mandato il mio angelo per attestarvi queste cose in seno alle
chiese. Io sono la radice e la discendenza di Davide, la lucente
stella del mattino.
Buona Pasqua,
don Massimo Pavanello
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