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E l’Assisi di Ratzinger mette l’accento sul pellegrinaggio più che sulla preghiera

La mossa del Papa per evitare il rischio “sincretismo”. Presentata la giornata di dialogo fra le religioni convocata nella città umbra il 27 ottobre: 176 esponenti di fedi diverse, 50 i paesi rappresentati
“Pellegrini della verità, pellegrini della pace”: è questo il titolo scelto per la “Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo” convocato da papa Benedetto XVI ad Assisi per il prossimo 27 ottobre.
E non è un caso che l'accento cada proprio sull'aspetto del 'pellegrinaggio': da cardinale, Joseph Ratzinger non aveva mai nascosto il suo scetticismo nei confronti dell'incontro interreligioso voluto, nel 1986, da papa Giovanni Paolo II, per i rischi di “sincretismo” insiti nel vedere pregare l'uno accanto all'altro, sullo stesso piano, i leader delle religioni mondiali.
É per questo che in molti si erano stupiti quando, nel gennaio scorso, il pontefice aveva annunciato di aver
convocato un nuovo incontro ad Assisi, nel 25esimo anniversario del primo appuntamento. Qualcuno, anche dentro la Chiesa cattolica, ha storto il naso.
L'impronta del pontefice è però evidente nel programma della giornata, presentato oggi in Vaticano in una conferenza stampa guidata dal presidente del Pontificio Consiglio 'Giustizia e Pace', cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson.
Questa volta, “l’enfasi verrà messa sul pellegrinaggio e non sulla preghiera”, ha spiegato il porporato ghanese, ma questo non rappresenta un giudizio negativo nei confronti delle Giornate precedenti, volute dal beato Wojtyla.
D'altra parte, il rischio di “sincretismo” in incontri di questi genere c'è, ha ammesso il numero due di Giustizia e Pace, monsignor Mario Toso, quindi “si è cercato di mettere l'accento sulle cose pratiche come camminare insieme per la giustizia e la pace”. Ma questo, ha sottolineato, non significa che la preghiera sia un “optional”, e per questo “si è privilegiata la preghiera personale secondo la propria tradizione, senza che mettersi assieme riduca o metta in discussione la propria specificità'''.
Tuttavia, anche con queste “messe a punto”, l'evento non manca di suscitare polemiche e critiche, come ammesso anche dallo stesso cardinale Turkson. ''C'e' chi ha scritto che celebrerà mille messe di riparazione'' in occasione dell'incontro di Assisi, ha spiegato il porporato, con riferimento all'iniziativa dei tradizionalisti lefebvriani.
Alla giornata nella citta' di San Francesco parteciperanno 31 delegazioni di Chiese cristiane, 13 delegati cattolici in rappresentanza delle Chiese locali dei diversi riti, numerosi rappresentanti della comunità ebraica, compreso il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, 176 esponenti delle diverse religioni – dall'islam al buddismo, dall'induismo alle religioni tradizionali – e anche quattro non credenti, per un totale di 50 Paesi rappresentati.
L'iniziativa di invitare gli atei 'in ricerca' o comunque aperti alle ragioni della fede è stata ancora una volta dello stesso Benedetto XVI mosso – ha spiegato monsignor Melchor José Sánchez de Toca y Alameda, sotto-segretario del Pontificio Consiglio della Cultura – dalla convinzione che “l'uomo, sia credente sia non credente, è sempre alla ricerca di Dio e dell'Assoluto: egli è pertanto sempre un pellegrino in cammino, alla ricerca della pienezza della verità”.
Tra le delegazioni religiose si é registrata anche qualche defezione: da quella del Dalai Lama, invitato ma che ha dovuto declinare per impegni precedenti, a quella dell’universitá Al Azhar del Cairo, il maggior centro culturale e spirituale dell'islam sunnita, che ha interrotto il dialogo con il Vaticano dopo che papa Benedetto XVI, in gennaio, aveva invocato un intervento della comunità internazionale per proteggere i cristiani dell'Egitto.
Una rottura, secondo mons. Pier Luigi Celata, segretario del Pontificio Consiglio del Dialogo Interreligioso, ingiustificata perché la “posizione del Papa Benedetto XVI circa i musulmani: credo che nessuna persona di leale e buona volontà possa trovare elementi che siano in contrasto, in opposizione, in antipatia del mondo musulmano”.
Ci sarà, invece, il patriarcato ortodosso di Mosca, anche se a rappresentarlo non sarà il suo 'ministro degli esteri', il patriarca Hilarion, che d'altra parte ha incontrato il pontefice poche settimane fa a Castel Gandolfo.

Alessandro Speciale
Vaticaninsider



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