Il numero dei turisti in arrivo a Milano cresce di anno in anno. In città e provincia si contavano circa tre milioni di presenze nel 2000, passate a più di cinque milioni nel 2009, secondo i dati dell'Osservatorio Turismo di Palazzo Isimbardi, che sta ancora elaborando quelli del 2010. Anche se diminuisce la permanenza media, non più di due giorni, si conferma la tendenza di viaggiatori che sempre più, qui, mordono velocemente e fuggono. Ma le strutture di accoglienza turistica non sono certo all'altezza di una città che si prepara all'Expo e che vuole acquisire un punto di forza in questo settore, proponendosi come attrattiva culturale dopo essere stata, per anni, solo la città degli affari, della moda e del design.
Per esempio lo Iat, l'ufficio informazioni turistiche di piazza Duomo, già traslocato dall'Arengario all'ex Albergo diurno Cobianchi nel 2008 (per ripristinare lo spazio furono spesi 650mila euro), dovrà traslocare ancora, in un luogo con meno visibilità. Verrà presto spostato in piazza Castello,
all'angolo con via Beltrami, dove dovrà condividere lo scarso spazio con l'Ufficio relazioni con il pubblico della Provincia. Mentre in piazza Duomo il Comune (l'ex diurno è di sua proprietà) ha deciso che andrà un punto vendita degli oggetti con il logo Milano: calze, calzini, guanti, cappellini e quant'altro, merchandising dato in licenza a diversi investitori privati.
L'altro punto di informazioni turistiche, in stazione Centrale, da due anni è piazzato provvisoriamente nell'androne, in un box di fronte ai binari 12 e 13. E non si sa che fine farà, visto che Grandi Stazioni nella ristrutturazione della Centrale ha previsto negozi e spazi commerciali, affittati a prezzi di mercato. "E noi non siamo considerati un servizio per cui non ci sono sconti - racconta uno dei dieci dipendenti dello Iat - Ma la Provincia non ha soldi per sostenere un canone oneroso". Quindi, finché si può, si sta in stallo. Gli Iat, uffici informazioni e accoglienza turistica nati dopo lo scioglimento delle vecchie Apt, fanno capo alla Provincia. Ma la legge regionale del 2004 per il turismo in Lombardia dice che anche il Comune ha delle competenze. "Promuove o partecipa ai sistemi turistici, alla attivazione della struttura di informazione e accoglienza turistica - gli Iat, appunto - e concorre alla definizione dei programmi".
La Provincia, però, sembra aver smesso di investire nella promozione del turismo, basti pensare che non ci sono neppure i soldi per stampare le nuove cartine informative della città da dare ai visitatori. Si consegnano quelle vecchie con una pezza, le correzioni di orari e luoghi appiccicate sopra con la cucitrice grazie alla buona volontà dei dipendenti che raccontano: "È pietoso consegnare ai turisti una cosa del genere". Il Comune, nel frattempo, l'unica cosa che ha fatto è stata far sgomberare lo Iat da piazza Duomo, dove era ospitato, per dare lo spazio in affitto a chi vende il marchio Milano, sicuro che i turisti saranno contenti di trovarsi di fronte non a un punto di informazioni sulla città ma ad un negozio. "Ci stanno facendo morire, non è questo il modo di promuovere il turismo - dicono i dipendenti Iat - . Noi chiediamo al Comune di darci un ufficio anche piccolo alla base del Museo del '900 che aprirà all'inizio di dicembre all'Arengario. I turisti, arrivando nel punto centrale della città, potranno così molto più agevolmente avere informazioni ed essere spinti anche a visitare il muovo museo".
ANNA CIRILLO Repubblica 14.11.10
Commenti