Sul tragitto che mi porta da casa
all'ufficio incontro ogni giorno non meno di 4 persone che
chiedono la carità. Umanamente è impossibile esaudire tutti e tutti
i giorni.
Ecco perché all'ultimo questuante che
oggi ho incontrato ho risposto: “Non posso, mi spiace”.
E lui - uno straniero, con le idee
chiare - ha ribattuto: “Non è
morto nessuno. Non c'è nulla da
dispiacersi. Quando uno chiede la carità non bisogna dispiacersi.
Basta fare qualcosa”.
Come a dire: solo la morte è
irreversibile. La povertà no.
Non c'è spazio per la commozione
paralizzante che qualche volta diventa paravento. C'è invece per
l'azione, anche se piccola.
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