Un ricordo dell'affetto dei
due Pontefici per Milano e viceversa.
Domenica 27 aprile, in
occasione della canonizzazione di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo
II, a Roma sarà presente anche una delegazione ufficiale ambrosiana
guidata dal cardinal Angelo Scola. A lui si uniranno diversi
pellegrini milanesi che in svariati modi
raggiungeranno la capitale.
Il
programma della Agenzia Duomo
A tal proposito
l’Agenzia Duomo viaggi (www.duomoviaggi.it)
ha preparato un pacchetto utile, con diverse opzioni, per la
partecipazione sia dei gruppi sia dei singoli. Partecipazione che si
prevede numerosa a tutti i livelli.
L’attaccamento dei
fedeli a questi due Papi è del resto cosa nota. Ma anche l’affetto
dei Pontefici per Milano ha testimonianze dirette.
Giovanni XXIII agli
ambrosiani
Per quanto riguarda papa
Giovanni basti citare il discorso che egli fece, venerdì 1 giugno
1962, ad alcune delegazioni della gioventù femminile cattolica
dell'Arcidiocesi di Milano.
“Mentre Lei, Signor
Cardinale - disse rivolgendosi a Giovanni Battista Montini -
manifestava or ora i sentimenti di queste brave figliuole, ed esse li
sottolineavano con vivacità lombarda che Ci tocca il cuore, davanti
ai Nostri occhi si apriva come la visione della grande, della cara
arcidiocesi Ambrosiana, la cui storia - nei suoi Santi, nelle sue
tradizioni, nella sua liturgia e nel suo canto -, Ci è sempre motivo
di commossa esultanza”.
Il discorso poi diventava
aneddoto col racconto di una personale visita a Milano: “Ci venne
nel gennaio del 1919 l'invito, accolto di buon grado, a tenere a
Milano uno dei tre discorsi che avviarono l'istituzione ufficiale
della Gioventù Cattolica Femminile Ambrosiana. Parlammo in
arcivescovado sul tema: Santa Caterina da Siena e la devozione al
Papa. Non abbiamo ritrovato, tuttora, gli appunti di quella
conversazione; ma è ben vivo il ricordo di aver offerto il Nostro
umile contributo all'accendersi di una grande fiamma!”.
Il pontefice inoltre
elencò in quella occasione nomi di personalità lombarde da lui
assai stimate e conosciute: Mons. Francesco Olgiati; Niccolò
Rezzara, Giuseppe Toniolo, Giovanni Grosoli.
E, su tutti, il cardinale
Andrea Carlo Ferrari “benemerito tra i benemeriti. Lo venerammo in
vita e dopo morte; e alla sua benedizione e protezione Ci affidammo
sugli albori del nostro sacerdozio. Oh, il cardinale Ferrari, il
cardinale Ferrari! In un quadernetto del 1920, alla data del 22
settembre, fissammo queste parole ad edificazione Nostra, allora e
per sempre”. Le “custodimmo tra i ricordi più sacri, come un
incoraggiamento venuto dall'alto, le sue parole, che apersero il
solco della Nostra umile attività a Roma: Dove Dio chiama si va,
senza esitazione, abbandonandosi in tutto alla amorosa sua
provvidenza ”.
Il congedo infine si
volse in invito: “Tornando a Milano, alle mille parrocchie che la
tradizione di un clero buono e zelante mantiene in uno spirito di
acceso fervore, recate a tutti, a tutti senza eccezione, il saluto
del Papa; recate ai poveri e agli ammalati il suo conforto; ai bimbi
la sua carezza; alle anime più fervorose il suo grazie e
l'incoraggiamento al ben fare e al ben volere, sempre: con Cristo e
per Cristo, con la Santa Chiesa nel tempo, e nella aspettazione del
grande giorno, che S. Paolo ha definito il dies Christi Iesu”.
Giovanni Paolo II a
Milano
Oltre
ad aver ricevuto a Roma numerose delegazioni lombarde, nella nostra
regione papa Wojtyla venne diverse volte. A Milano per due anni di
seguito: il 1983 e il 1984, in occasione del XX Congresso eucaristico
e del IV centenario della morte di S. Carlo. Tanti quindi furono i
pensieri che egli rivolse con calore agli ambrosiani e molteplici le
opportunità dei fedeli di manifestare direttamente a lui il loro
affetto. I ricordi sono ancora vivi in tutti e non è necessario
moltiplicare le parole.
Qui
citiamo solamente qualche passaggio di un discorso - poiché questo
ambito è uno di quelli che ha caratterizzato il suo ministero -
rivolto ai giovani.
Sabato 21 maggio 1983
all'autodromo di Monza così concluse: “Carissimi giovani! Una
delle prime parole, che ho detto nel giorno del solenne inizio del
mio pontificato, è stata una parola di speciale fiducia nei giovani!
Anche oggi, a voi giovani di Monza, di Milano, della Lombardia,
dell’Italia tutta, dico: voi siete la mia speranza, la speranza
della Chiesa, la speranza della società! Nella forza della vostra
fede giovanile voi sostenete la speranza di un mondo rinnovato in
Cristo! Sono certo che il prossimo futuro dimostrerà che non avrete
deluso le aspettative che vengono oggi riposte in voi! Coraggio! Il
Papa è con voi! La Chiesa è con voi! Cristo è con voi!”.
Parole dette dopo aver
esplicitamente ricordato il proprio ruolo - “ io sono in mezzo a
voi per parlarvi di Cristo” - e aver incoraggiato i giovani a
manifestare “la forza incoercibile della vostra giovinezza nella
gioia e nel coraggio della fede cristiana, quella fede che produce la
vittoria sulle forze del male!”.
E per esplicitare il
desiderio del Papa di incontrare quante più realtà diocesane
possibili, basti solo l'elenco dei discorsi tenuti. Durante la prima
visita, nel 1983, in soli tre giorni egli si rivolse alla città di
Milano; alle religiose; alla popolazione di Desio, Seregno e
Venegono, compresa una tappa in seminario; ai giovani nell'autodromo
di Monza; ai lavoratori di Sesto San Giovanni; al Teatro alla Scala;
al Convento delle Orsoline di San Carlo; ai docenti della Cattolica;
agli imprenditori e agli operatori economici; dal balcone del Duomo;
ai degenti del Policlinico di Milano.
Anche durante il secondo
viaggio, nel 1984, motivato dall'anniversario del santo di cui egli
portava il nome, papa Wojtyla ha dimostrato il suo attaccamento alla
terra del co-patrono ambrosiano.
Disse così a Varese,
prima di intraprendere la salita delle Cappelle del Sacro monte: “Ho
sentito la necessità di compiere questo pellegrinaggio
straordinario, sia per onorare san Carlo, vero gigante nella storia
della Chiesa, sia per ritornare alle fonti della sua vita e del suo
insegnamento, termine di confronto valido per la vita cristiana di
oggi. Infatti la personalità di san Carlo è incancellabile dalla
Chiesa”.
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