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Il mio intervento: un saluto due idee...

Anche quest’anno, domenica 14 ottobre, si é svolta “Vuoi la pace? Pedala!”, biciclettata organizzata dal Coordinamento “La Pace in Comune” in collaborazione con Acli Milano e Mani Tese con il patrocinio del Comune di Milano, del Consiglio della Regione Lombardia e della Fondazione Cariplo. Nella domenica a piedi, sette percorsi in partenza da 58 Comuni delle
Province di Milano, Monza e Brianza, Lodi, Pavia, Lecco e Varese sono convenuti in Piazza Duomo, a Milano, per trasformare la piazza in una gigantesca bandiera della pace.
Sono intervenuto anch'io portando il saluto dell'Arcidiocesi. Queste le mie parole.

Vuoi la pace? Pedala!

Con piacere porto il saluto della Chiesa di Milano e del cardinal Scola, impegnato in queste settimane a Roma per il Sinodo dei vescovi. Anch'egli immerso come noi, oggi, in una geografia dai grandi confini con preoccupazioni ampie.
Nel nostro caso siamo sollecitati da due questioni: la fame e la pace. E qui la diocesi ambrosiana può offrire l'esperienza di una cinquantina di missionari – laici e religiosi – operanti nel mondo su entrambi i fronti.
Guardando questa piazza, piena di due ruote, mi viene facile citare il libro di Daniele Scaglione, La bicicletta che salverà il mondo. Una serie di racconti di bici e di lotta alla fame che vanno dal Burkina Faso alla Milano dell'Expo. Già. Bicicletta e cibo nei paesi poveri sono intrecciati. Ma forse non solo là.
Oggi nel mondo circa un miliardo di persone soffre per la fame. E il dato nuovo è che aumentano gli affamati anche nei paesi sviluppati.
Ma fame e malnutrizione non sono la conseguenza della scarsità di cibo, derivano da uno squilibrio di relazione: tra gli uomini e con la Creazione. Non si tratta quindi di fatalità.
La Chiesa sa che rimettere a livello le posizioni è un vantaggio per tutto l'uomo. Per la sua dimensione umana e spirituale. Come ricorda realisticamente il salmo 107: Soffrivano la fame e la sete, 
l'anima veniva meno in loro.

Da qui la collaborazione e la stima per tutte le iniziative che promuovono sviluppo e solidarietà e che propongono stili di vita durevoli.
Parlando di pace, poi, non possiamo dimenticare quanto essa sia compromessa anche sul versante religioso. Più di 2 miliardi di persone vive in luoghi dove le persecuzioni sono cresciute e i cristiani sono il primo obiettivo: in Nigeria, Kenya, Iraq, Siria...; ma pure in democrazie liberali occidentali che in modo più sofisticato sottoscrivono una cultura che tende a relegare la religione nella sfera privata.
Già Papa Giovanni XIII, nella Pacem in terris, riscontrava invece nella libertà religiosa un diritto primario.
Senza il rispetto di questo diritto, di tutti e per tutti, non si può costruire una comunità pacifica. I fondamentalismi e il secolarismo aggressivo sono nemici della vera pace.
Concludo allora con un invito che si fa augurio. Lo prendo da un altro salmo, il 37: Osserva l'uomo integro e considera l'uomo retto,
 perché l'uomo di pace avrà una discendenza.

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