Quando il 31 dicembre 1980 il Santo
Padre Giovanni Paolo II ha proclamato i santi Cirillo e Metodio
compatroni d’Europa, intendeva richiamare l’attenzione di tutti i
cristiani e di tutti gli uomini di buona volontà ai quali sta a
cuore il bene e l’unità dell’Europa, all’attualità sempre
viva di queste eminenti figure degli Apostoli degli Slavi, come
modelli concreti e sostegni spirituali per le nazioni del continente
europeo, nella speranza di un graduale superamento - in
Europa e nel
mondo - di tutto ciò che divide le Chiese, le nazioni, i popoli.
Nativi di Salonicco (in slavo Solun),
rampolli di nobile famiglia greca, Costantino – Cirillo (827 - 14
febbraio 869) è il più giovane di sette fratelli e già in tenera
età esprime il desiderio di dedicarsi interamente alla ricerca della
sapienza che lo porta infine alla scelta del sacerdozio, mentre
Metodio (ca. 812 - 6 aprile 885), intraprendendo inizialmente la
carriera amministrativo-militare, raggiunge il fratello nel monastero
più tardi.
Le doti naturali, sviluppate attraverso
lo studio, si rivelano utili nelle missioni diplomatiche e religiose
che gli vengono affidate. Fra queste, la più importante è senza
dubbio quella che comincia nel 863 presso le popolazioni slave
dell’impero di Grande Moravia, primo stato degli Slavi, il cui
territorio si estendeva sull’attuale Slovacchia, parte della
Repubblica Ceca e dell’Ungheria.
Alla richiesta dei duchi Rastislav e
Svätopluk, l’imperatore bizantino Michele III invia i fratelli
Costantino-Cirillo e Metodio al ducato moravo. Nella prima fase della
missione (863-867), come in quella preparatoria, il ruolo principale
viene svolto da san Costantino-Cirillo, già sacerdote e perciò
maestro principale; è proprio lui che crea i presupposti per un
nuovo tipo di alfabeto, il cosiddetto glagolico, adatto alla fonetica
delle lingue slave. Dopo la morte di Costantino-Cirillo avvenuta a
Roma il 14 febbraio dell’anno 869, san Metodio diviene capo della
missione e consacrato vescovo, arcivescovo e legato pontificio fra i
popoli slavi.
Oltre lo scopo primario, quello
dell’evangelizzazione, i principi slavi chiedevano per il loro
Paese che il vescovo e il maestro potessero preparare buone leggi.
L’opus legislativo dei santi Fratelli si divide fra la legislazione
canonica e quella civile, con l’implicito invito di rispettare
entrambe le leggi, cioè la legge di Dio e la legge positiva umana,
che non deve essere mai in contrasto con le norme fondamentali della
prima legge di Dio.
L’Europa e l’intero mondo
occidentale, specialmente nelle tematiche al confine fra la morale e
la legge, cercano fonti solide su cui basare la necessaria
legislazione. Oggi più che mai risulta attuale l’Esortazione di
Metodio: non può esistere una legge giusta se quella si separa,
prescinde o addirittura si contrappone alla legge di Dio, sia quella
scritta nel cuore di tutti gli uomini, sia quella rivelata. La
cultura giuridica europea si erge faro dell’umanità nella misura
in cui fa trapelare la luce del Vangelo. Ogni volta che l’umanità
ha voluto avere i propri fari, con falsa luce di ideologie e di
-ismi- vari, specialmente di quelli che hanno costellato il cammino
dell’umanità nel corso del XX secolo, la barca dell’umanità,
attratta da questi falsi fari e dalla falsa luce, veniva spinta sugli
scogli verso il naufragio.
Un particolare accento merita la
dimensione ecumenica della vita, dell’opera e del messaggio dei
santi Cirillo e Metodio. Figli della Chiesa di Costantinopoli, uniti
nella vita, nella missione e anche nella glorificazione con la Chiesa
di Roma, questi santi sono ugualmente considerati esempi di vita e di
apostolato sia dagli ortodossi che dai cattolici e godono di una
grande stima anche presso le comunità ecclesiali nate dalla Riforma,
in quanto propagatori della Parola di Dio, della traduzione della
Bibbia nella lingua del popolo. Nel senso più profondo della parola,
sono santi che rivelano la cattolicità della Chiesa, che non guarda
agli interessi particolari ma all’attiva corresponsabilità e alla
generosa collaborazione di tutti per il bene comune.
In un breve lasso di tempo trascorso
dalla proclamazione dei santi Cirillo e Metodio compatroni d’Europa,
molti punti della profetica visione di Giovanni Paolo II riguardanti
questo continente si sono compiuti o sono attualmente in corso.
Adesso però si rivela sempre più urgente unire anche l’anima
dell’Europa e ciò non può essere fatto senza un’unione con le
due radici spirituali. Le figure dei santi Cirillo e Metodio
rappresentano un esempio di queste radici, senza continuità con le
quali non potrà crescere con successo e con dinamica la vitalità
l’albero della nostra comune Europa.
Cyril Vasiľ - segretario della
Congregazione per le Chiese Orientali
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