John Mpaliza Balagizi
(foto) è congolese e vive da 18 anni in Italia. Il prossimo 29
luglio partirà a piedi da Reggio Emilia alla volta di Bruxelles,
1600 km, intrecciando segmenti di via Francigena. Con questa
iniziativa egli vuole riaccendere i riflettori sulle violenze che
perdurano nel suo Paese e che non trovano assolutamente eco
nell'opinione pubblica. Al Parlamento Europeo chiederà di
adoperarsi
affinché cada quel “silenzio imbarazzante” che avvolge il Congo.
Un “cammino condiviso” di pace, “una via alternativa contro la
violenza da parte di un popolo intero”.
Intervistato dalla
agenzia cattolica Sir, insieme ad altre questioni, così spiega la
scelta di un pellegrinaggio a piedi: “Quando ci si sente impotenti,
senza mezzi per poter dire vado nel mio Paese e costruisco ospedali,
allora bisogna pensare a cosa si può fare. Nel mio caso si tratta
della terza marcia. Ho iniziato con un pellegrinaggio a Santiago de
Compostela e ho capito che qualcosa dentro di me cambiava. Questo non
vuol dire che risolverò il problema nel mio Paese, ma voglio puntare
sulla sensibilizzazione”.
Un cambiamento interiore,
quindi, come molla per il coinvolgimento. E un primo viaggio - nella
casa di S. Giacomo, in Spagna – per associare al suo cammino anche
altri compagni con lo stesso scopo. Ogni itinerario spirituale, per
quanto in solitaria, è infatti sempre inserito in un flusso
comunitario più o meno esplicito. Da esso parte o comunque ad esso
arriva.
“Il silenzio che c’è
oggi intorno al Congo – continua nell'intervista citata - è
imbarazzante, sia nel mondo politico sia nel mondo dei media. Il mio
obiettivo non è il Parlamento europeo, ma la creazione di una rete.
La pace non si può risolvere prendendo un aereo e parlando con i
parlamentari: a volte è importante lavorare dal basso, serve una
sensibilizzazione delle persone. Anche quando la pace tornerà
bisognerà ricostruire il Paese, e saranno i congolesi a doverlo fare
con l’aiuto delle organizzazioni internazionali, ma anche di
volontari, di giovani. Tutte persone sensibili, che non potranno
esserlo se non sanno cosa succede oggi in Congo”.
L'iniziativa di Balagizi
è sostenuta da diverse realtà tra cui il Teatro dell’Argine di
Bologna, che documenterà tutto il percorso (www.itcteatro.it).
Lo stesso John, ingegnere
informatico, utilizza le moderne tecnologie per permettere ad amici e
conoscenti di seguire il suo cammino. Passo dopo passo.
Massimo Pavanello
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