La riposta del teologo giornalista alle dichiarazioni del segretario dei radicali italiani Staderini sulle agevolazioni fiscali dello Stato in favore del Vaticano
Nel caso, dunque, quelle di Mario Staderini sono relative all’"attuale crisi economica” che – qui la sua proposta - “dovrebbe convincere lo Stato a tagliare le esenzioni alla Chiesa a partire dall’otto per mille”. Secondo lui, infatti, “eliminando l’8 per mille e le esenzioni fiscali il bilancio dello Stato
potrebbe contare su 3 miliardi di euro all’anno”.
potrebbe contare su 3 miliardi di euro all’anno”.
A parte ogni altra considerazione sull’entità delle cifre, data per certa, e su quelle che egli chiama “esenzioni alla Chiesa”, non ricordando - ma questo è difetto diffuso – che queste sono poche, condivise da Cooperative, Sindacati e Sedi di partito – e che gli Enti ecclesiastici in realtà pagano l’Ici per tutto ciò che esula dalla loro funzione religiosa e sociale, e che in questo ambito vengono trattati come ogni altra realtà economica (magari si informi, oppure si informi meglio!) – Staderini mette sotto accusa diretta quello che chiama “il sistema truffaldino dell’otto per mille”, dandone la colpa allo stesso ministro Tremonti che nel 1984 lo avrebbe architettato.
Per lui infatti è “truffaldino” il fatto che la somma dell’otto per mille intero venga aggiudicata secondo le proporzioni delle scelte realmente espresse dai contribuenti, il che comporta che alla Chiesa vada in proporzione anche l’8 per mille di chi non ha fatto la scelta o per essa, o per altre realtà religiose come la Chiesa valdese, o per lo Stato. La proporzione di tutto l’8 per mille è infatti determinata dalle scelte effettivamente fatte nella dichiarazione dei redditi. “Sistema truffaldino”? Eppure è il quello di ogni elezione democratica. Alle votazioni della Camera e del Senato in genere va solo il 70-75% degli elettori, eppure vengono assegnati il 100 per 100 dei seggi, in proporzione delle scelte fatte nel voto. E’ una “truffa”? Negli Stati Uniti i presidenti dei singoli Stati e anche il Presidente federale vengono eletti quasi sempre con i voti di poco più della metà di circa il 60% degli elettori, quindi da poco più del 30% dei cittadini.
E’ una truffa? Lo Stato italiano con decisione democratica del Parlamento ha deciso che anche – anche! – nel caso dell’8 per mille valga il principio della destinazione in proporzione alle scelte effettuate. O è truffaldino tutto il sistema democratico in quanto democratico – e Staderini lo dovrebbe dire prima di tutto – o è truffaldino il modo con cui egli – in vasta compagnia clericalmente laicista, purtroppo - cerca di presentare anche ai lettori di V. I. il sistema dell’8 per mille. E allora va detto che egli dice il falso, e quindi o è colpevolmente disinformato, o mente sapendo di mentire. Una persona informata sui radicali mi dice che questa accusa all’otto per mille non è condivisa da Marco Pannella, ma proprio mentre scrivo – lunedì alle 20 e 30 circa – sento in Radio Radicale, dalla sua viva voce, che la cosa non è vera. Mi spiace anche per lui…
Va ricordato, anche, che la destinazione di quello che Staderini chiama “un miliardo di incasso”, e “truffaldino”, è nota e pubblicata ogni anno dalla Cei, riportata da “Avvenire” e da tante altre fonti a portata di tutti i cittadini. Lo sa, Staderini, che un parroco, oggi, riceve uno stipendio di circa 900/1000 euro, e con questa somma in genere, unica garantitagli dal “sistema”, salvo aiuti dai fedeli, che evidentemente hanno a cuore il suo “lavoro”, o meglio il suo “ministero”, che vuol dire servizio alla comunità, deve tirare avanti? Inutile ricordargli che l’attuale otto per mille è arrivato dopo 150 anni di traversie varie, con dentro all’inizio l’incameramento di tutti i beni ecclesiastici, poi la “congrua compensazione” del 1929 e infine l’aggiornamento del 1984…E inutile ricordare a lui, e ai suoi per fortuna pochi sodali – ma è utile ricordarlo ai lettori di V. I. – che per la semplice esistenza delle scuole pubbliche non statali – questa è la dizione esatta a termine di legge vigente almeno dall’anno 2000, firmata Prodi e Luigi Berlinguer – scuole “paritarie” e dette spesso con disprezzo “cattoliche” o “confessionali”, questo Stato in “crisi” economica risparmia di fatto ogni anno ben 6 miliardi di euro…
Il fatto è che i radicali, quando si tratta di Chiesa e religione, vanno per le corte…E invece il discorso sui “tagli” che lo Stato dovrebbe realizzare di fronte alla “attuale crisi” deve essere ben più ampio…
E’ proprio la “realtà effettuale”, infatti, che lo richiede. I giornali sono pieni, anche in questi giorni, di cifre e di dati che dovrebbero far pensare tutti gli Staderini, non solo radicali.
I numeri sono crudi. Proviamo a metterne in fila alcuni. Per le cosiddette “autoblù” (“Unità”, 17/7, p. 6 e “Giornale”, 6/8, p. 11) se ne va “un miliardo all’anno”, esattamente quanto l’otto per mille alla Cei, e che consente la vita di decine di migliaia di chiese, oratori, edifici scolastici, associazioni e varie realtà a servizio della gente. I soli rimborsi elettorali ai partiti – compreso il partito Radicale, vero? – ammontano a circa 180 milioni ogni anno. Le spese complessive per il funzionamento del sistema istituzionale, nazionale e locale, ammontano a 23 miliardi di euro. Altro che otto per mille…Ogni anno (“Stampa”, 15/8, p. 11) l’evasione fiscale secondo una “stima prudenziale” è di 100 miliardi di euro, un secolo di otto per mille! Per sole “consulenze a libro paga di Politica Spa (“Repubblica”, 18/7, p. 13) vanno ogni anno 3 miliardi di euro, e il sistema monstre ci costa 646 euro a testa!
Non voglio infierire riportando dai giornali – non contraddetti, finora – i dati della sistemazione di politici vicini ai radicali in Consigli di amministrazione e poltrone varie…Credo non ci sia nulla di illegale, del resto, e fino a prova contraria, ma qui lamento la distorsione pregiudiziale ed ideologica dei fatti, realtà e numeri, per battere sul perenne tasto di Chiesa e cattolici, fonte di tutti i mali d’Italia. Realtà e numeri dicono che non è vero. La critica, ogni critica, è lecita, ma a patto che non si diano per reali cose che non lo sono. E su Vatican Insider – anche per fatto personale – essendone collaboratore, la replica a Staderini mi è parsa necessaria.
GIANNI GENNARI
Vatican Insider
Commenti
La chiesa paga l'ICI per le attività commerciali non riconducibili alla sua missione stretta.
Ho in mente, ad esempio, un caso specifico che può illuminare: una casa di esercizi spirituali situata in un territorio ad alta vocazione turistica e commerciale. Il grande edificio religioso è stato ristrutturato in due parti simmetriche: una destinata agli ospiti degli esercizi spirituali e una destinata invece ad accoglienza “alberghiera” per i turisti. Ecco: la chiesa paga l'ICI per “metà” casa, cioè per quella destinata ad attività commerciale.
Questo vale per ogni altra situazione simile. Sulla home page di www.avvenire.it può trovare un dossier analitico sull'argomento.
Cordiali saluti