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Gmg. Papa: la fede va vissuta insieme, arrivederci a Rio de Janeiro

Benedetto XVI ha dato appuntamento Oltreoceano ai due milioni di ragazzi presenti oggi alla messa conclusiva della Gmg di Madrid: la sede della prossima Giornata sara' Rio de Janeiro nel 2013. "Spero di potervi incontrare fra due anni", ha confidato ai giovani l'84enne ma per nulla rinunciatario Pontefice mentre i gruppi della Spagna consegnavano a quelli del Brasile la Croce delle Giornate Mondiali della Gioventu', secondo una consuetudine
introdotta dal suo predecessore il beato Giovanni Paolo II, ora patrono dei raduni giovanili cattolici. 
Bisogna pregare "da questo momento - ha aggiunto - affinche' il Signore assista con la sua forza quanti devono organizzare la Gmg di Rio e spiani il cammino ai giovani di tutto il mondo perche' possano riunirsi nuovamente col Papa in questa bella citta' brasiliana". La conferma della scelta del Brasile e il passaggio della Croce sono state un po' la concretizzazione delle riflessioni che il Pontefcie aveva proposto all'omelia critcando la "mentalita' individualista che predomina nella societa'" e spinge anche i cristiani a voler "andare per conto proprio" con un atteggiamento che fa correre "il rischio di non incontrare mai Gesu' Cristo". La fede infatti va vissuta insieme, per questo c'e' la Chiesa che, ha tenuto a ricordare, "non e' una semplice istituzione umana, come qualsiasi altra, ma e' strettamente unita a Dio". "Cari giovani - ha aggiunto Ratzinger rivolto ancora ai ragazzi - permettetemi che vi ricordi che seguire Gesu' nella fede e' camminare con Lui nella comunione della Chiesa".E una bella testimonianza di questo spirito ecclesiale e' stato proprio il Pontefice ad offrirla ieri sera, mentre una vera e propria bufera con acqua e vento si abbatteva sull'area dei Cuatro Vientos mettendo a rischio anche il palco papale (sono dovuti intervenire i vigili del fuoco, ufficialmente per abbassare un maxi schermo, in realta' anche per rimuovere parte dei teli di copertura che a causa dell'acqua erano diventati troppo pesanti). C'e' stato ovviamente un certo disorientamento, ma, ha detto oggi il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, "una cosa era chiarissima: Benedetto XVI era personalmente deciso a continuare". "No io rimango con i giovani", ha detto il Papa che secondo Lombardi "si e' mostrato determinato e deciso anche quando non funzionavano piu' i microfoni e ha dovuto fermarsi per qualche minuto". Anche lo stesso padre Lombardi, e attraverso di lui tutto l'entourage papale, hanno dato in questa circostanza un'analoga testimoninaza di carita' fraterna, evitando qualunque espressione polemica, pure se l'organizzazione spagnola e' apparsa del tutto inadeguata davanti alla situazione che si e' presentata ieri, la cui gravita' e' testimoniata dai due feriti gravi (entrambi volontari travolti dal crollo di una delle tensostrutture) annunciati dallo stesso Lombardi.Nell'area dell'aerodromo Cuatro Vientos sono arrivati in troppi, e poi il temporale ha fatto il resto. Il primo segnale che le cose non andavano per il verso giusto e' stato il "no" imposto dagli organizzatori al giro che Ratzinger voleva fare in "papamobile" tra i vari settori. "I ragazzi - si e' difeso in proposito Yago de la Sierva, direttore del comitato organizzativo - non si sono comportati come soldati prussiani e quindi non hanno rispettato i posti assegnati, questo ha causato la perdita delle corsie che andavano tenute libere ed anche il fatto che alcuni che avevano fatto l'iscrizione non sono potuti arrivare ai loro settori ne' essere raggiunti dai volontari con cibo e acqua". Ma nessuno ha ecceduto nelle proteste per queste pur evidenti carenze organizzative, che di fatto hanno messo a rischio sia il Papa che i ragazzi. "Quello che e' successo ieri - ha sottolineato infatti il responsabile del comitato della Gmg di Madrid - e' stata una lezione su che tipo di giovane viene a questo tipo di raduni: tutti abbiamo visto e sentito che hanno avvertito essi stessi il bisogno di incoraggiare il Papa e gridavano per questo, non per se stessi". "Lo spiacevole di questo viaggio - ha confidato infine de la Sierva - e' stato il fatto delle tende eucaristiche crollate o bloccate per ragioni di sicurezza dalla polizia, per i 6 feriti e perche' con le tende le chiuse e sigillate non si potevano tirare fuori altari e pissidi per la consacrazione eucaristica cosi' praticamente quasi tutti hanno dovuto rinunciare oggi a fare la comunione".A "salvare" la Gmg alla fine sono stati proprio i ragazzi che hanno affrontato con maturita' ed equilibrio tutte queste difficolta' (cosi' come avevano sopportato nei giorni scorsi pazientemente gli insulti degli "indignados" e l'avversione di una parte dei media) ed e' stato il Papa con la sua decisione di restare nonostante tutto al suo posto, e guidare poi l'adorazione eucaristica che, ha tenuto a far sapere lo stesso Benedetto XVI attraverso il suo portavoce, "e' stata intensa e partecipata come quelle vissute a Colonia e Sydney". Una straordinaria capacita' di raccoglimento che non deve far pensare pero' che i ragazzi della Gmg siano dei marziani. Oggi dopo che Benedetto XVI li aveva salutati, mentre i 20 mila concelebranti erano ancora in fila per deporre i paramenti, il loro entusiasmo troppo a lungo represso e' esploso in danze ritmate che hanno coinvolto tutta la spianata fin sotto il palco papale. E a ritmo di flamenco e' stato anche il saluto finale offerto da un gruppo folcloristico al Pontefice prima che lasciasse la nunziatura per recarsi all'aeroporto Barajas dove lo attendevano re Juan Carlos, la regina Sofia e l'apparecchio dell'Iberia che lo avrebbe riportato a Roma. Il Papa teologo ha ringraziato con un gesto della mano, senza dare troppa soddisfazione a danzatori e musicisti in costume. Ma poi congedandosi dal re ha detto: "in Spagna mi sono sentito molto bene". 
Salvatore Izzo (AGI)

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