Oggi
ricorre il 34° anniversario della morte di Paolo VI. Il 6 agosto
1978 era una domenica.
Riporto l'Angelus che quel giorno, causa malattia, il Papa non ha potuto pronunciare.
Parole attuali anche per le categorie svantaggiate citate dal testo.
Riporto l'Angelus che quel giorno, causa malattia, il Papa non ha potuto pronunciare.
Parole attuali anche per le categorie svantaggiate citate dal testo.
PAOLO
VI
ANGELUS
DOMINI
Domenica,
6 agosto 1978
Diamo
qui di seguito il testo del discorso, preparato per l’«Angelus»,
che Paolo VI non ha potuto pronunciare, come era suo desiderio, alla
presenza dei pellegrini a Castel Gandolfo, a causa della malattia. Il
Papa è entrato nella pace del Signore alle 21,40 di oggi, domenica 6
agosto, Trasfigurazione del Signore.
Fratelli
e Figli carissimi!
La
Trasfigurazione del Signore, ricordata dalla liturgia nell’odierna
solennità, getta una luce abbagliante sulla nostra vita quotidiana e
ci fa rivolgere la mente al destino immortale che quel fatto in sé
adombra. Sulla cima del Tabor, Cristo disvela per qualche istante lo
splendore della sua divinità, e si manifesta ai testimoni prescelti
quale realmente egli è, il Figlio di Dio, « l’irradiazione della
gloria del Padre e l’impronta della sua sostanza» (Cfr. Hebr. 1,
3); ma fa vedere anche il trascendente destino della nostra natura
umana, ch’egli ha assunto per salvarci, destinata anch’essa,
perché redenta dal suo sacrificio d’amore irrevocabile, a
partecipare alla pienezza della vita, alla «sorte dei santi nella
luce» (Col. 1, 12). Quel corpo, che si trasfigura davanti agli occhi
attoniti degli apostoli, è il corpo di Cristo nostro fratello, ma è
anche il nostro corpo chiamato alla gloria; quella luce che lo inonda
è e sarà anche la nostra parte di eredità e di splendore. Siamo
chiamati a condividere tanta gloria, perché siamo «partecipi della
natura divina» (2 Petr. 1, 4). Una sorte incomparabile ci attende,
se avremo fatto onore alla nostra vocazione cristiana: se saremo
vissuti nella logica consequenzialità di parole e di comportamento,
che gli impegni del nostro battesimo ci impongono.
Il
tempo corroborante delle vacanze sia a tutti propizio per riflettere
più a fondo su queste stupende realtà della nostra fede. Ancora una
volta auguriamo a voi tutti, qui presenti, e a quanti possono godere
di una pausa ristoratrice in questo periodo di ferie, di trasformarle
in occasione di maturazione spirituale.
Ma
anche questa domenica non possiamo dimenticare quanti soffrono per le
particolari condizioni in cui si trovano, né possono unirsi a chi
invece gode il pur meritato riposo. Vogliamo dire: i disoccupati, che
non riescono a provvedere alle crescenti necessità dei loro cari con
un lavoro adeguato alla loro preparazione e capacità; gli affamati,
la cui schiera aumenta giornalmente in proporzioni paurose; e tutti
coloro, in generale, che stentano a trovare una sistemazione
soddisfacente nella vita economica e sociale. Per tutte queste
intenzioni si alzi fervorosa oggi la nostra preghiera mariana che
stimoli altresì ciascuno di noi a propositi di fraterna solidarietà.
Maria, Madre sollecita e premurosa, a tutti rivolga il suo sguardo e
la sua protezione.
©
Copyright 1978 - Libreria Editrice Vaticana
Commenti