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La Cappella dell'ascolto al santuario di Loreto |
Loreto.
Non si confessa, c'è lo 'strizzacervelli'... Con questo titolo si apre un articolo di Matteo Castagna
comparso l'altro giorno sul web (cfr Affaritaliani
e agerecontra).
Il portavoce del Circolo cattolico
Christus Rex racconta, con tono scandalizzato, che nel santuario di
Loreto vi è uno spazio dedicato all'ascolto delle persone e non
soltanto alla confessione.
Questo basta per fargli chiedere:
L’antropocentrismo che rifiuta la Grazia e misconosce lo spirito
soprannaturale, la “religione del dubbio” (…), la psicologia,
la sociologia hanno forse sostituito l’inestimabile valore e la
straordinaria efficacia del Sacramento? E poi ancora: A
prescindere dal
fatto che troviamo strano che un sacerdote non
desideri almeno proporre la Confessione Sacramentale, cosa che
dovrebbe essere peculiarità del suo ministero per il bene e la
salvezza delle anime, è opportuno che un luogo di culto che si dice
ancora Cattolico venga adibito a questo scopo specifico?
Personalmente non condivido la sorpresa
di Castagna e, anzi, stimo la scelta del santuario. L'ho sperimentata a mia volta nell'esperienza pastorale.
Offrire la
possibilità di dialogare di cose spirituali in un contesto extra
sacramentale riporta il sacramento alla sua essenza. Da sempre la
storia della spiritualità cattolica conosce la “direzione spirituale” che
non si sovrappone al sacramento. Una certa prassi secolare ha invece
portato alla quasi identificazione dei due tempi e allo
sbilanciamento a favore del momento narrativo. Chi amministra il
perdono sacramentale sa quanto i penitenti spesso non esprimano
“materia” per il perdono, ma solo generiche “sofferenze per la
vita”.
Garantire spazi perchè le due cose
possano essere vissute nella loro originalità ritengo sia quindi un
servizio al sacramento. Il quale può essere meglio preparato,
introdotto, purificato da un “colloquio” che è vera direzione
spirituale. Direzione che, è sempre la storia della Chiesa ad
illuminare, non è necessario sia fatta da un ministro ordinato. Egli
riguadagna così la propria specificità esaltando il valore
sacramentale.
Riguardo infine alla preoccupazione di
Castagna che chi amministra il sacramento è tenuto al segreto mentre
chi è deputato a questo tipo di ascolto non lo sia, vale quanto
riportato dal Catechismo della Chiesa Cattolica al n° 2491 riguardo
“I segreti professionali”: “Le informazioni private (…),
anche se non sono state confidate
sotto il sigillo del segreto, non devono essere divulgate
senza un motivo grave e proporzionato”.
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