Padre Ibrahim Faltas, protagonista delle trattative durante i trentanove giorni dell'Assedio della Basilica della natività |
“Sono
trascorsi dieci anni dall’Assedio della Basilica della
Natività… Vogliamo fare un evento grande per far capire a tutto il
mondo che queste cose non devono più ripetersi…”. “I
trentanove giorni dell’Assedio della Basilica sono entrati nella
storia dei cristiani in Terra Santa…; è nostro dovere fare memoria
e ricordare”.
Quest’idea
e questa promessa nacque esattamente un anno fa nel luglio del 2011,
da un mio incontro con Mons. Pietro Sambi, ci salutammo e ci demmo
appuntamento a maggio 2012 a Betlemme. Ma purtroppo Mons. Sambi e’
deceduto un mese dopo il nostro incontro.
Siamo
giunti cosi’ a Sabato 5 maggio 2012, al Convention Palace di
Ortas in Betlemme e
veniamo accolti dal suono festoso delle cornamuse e dei tamburi degli scouts che ci anticipano che c’e’ aria di festa,di qualcosa di speciale. Qui la comunita’ cristiana si e’ ritrovata per accogliere, la reliquia del Beato Giovanni Paolo, che e’ stata donata alla Custodia di Terra Santa, per un legame intenso e filiale che il Grande Papa aveva con la Terra di Gesu’, egli la definiva sempre la terra dove c’e’ un “Mistero”.
veniamo accolti dal suono festoso delle cornamuse e dei tamburi degli scouts che ci anticipano che c’e’ aria di festa,di qualcosa di speciale. Qui la comunita’ cristiana si e’ ritrovata per accogliere, la reliquia del Beato Giovanni Paolo, che e’ stata donata alla Custodia di Terra Santa, per un legame intenso e filiale che il Grande Papa aveva con la Terra di Gesu’, egli la definiva sempre la terra dove c’e’ un “Mistero”.
Giovanni
Paolo II durante i 39 giorni dell’Assedio della Nativita’ ci e’
stato particolarmente vicino, con i suoi accorati appelli giornalieri
alla comunita’ internazionale per far cessare l’occupazione
israeliana esortando tutti a ricondurre i cuori a pensieri di pace.
Gli abitanti di Betlemme hanno molto amato Giovanni Paolo II e con
profonda fede hanno pregato sino a tardi sera dinnazi alla reliquia,
esposta in una cappella allestita per l’occasione.
La
giornata ha avuto inizio al Palazzo del Presidente a Betlemme,con
un caloroso benvenuto da parte delle autorita’ palestinesi a tutte
le delegazioni presenti, dove si e’ voluto sottolineare il forte
legame tra Italia e Palestina che si e’instaurato in questi dieci
anni, ricordando come l’opera francescana e’ sempre stata fonte
di dialogo e di rispetto tra tutti. La sala del Convention Palace
gremita di gente ha accolto le numerose autorita’ che hanno
presenziato: il segretario generale
delle autorita’ palestinesi,
Al-Tayeb Abd
Al-Rahim, con numerosi esponenti del governo palestinese
, l’onorevole Rosy
Bindi a rappresentare il
Parlamento italiano,
il General Jibril Rajoub, Presidente del Comitato Olimpico
Palestinese, il Nunzio Apostolico Mons. Antonio Franco, Il Custode
Pierbattista Pizzaballa, la sorella di Mons. Sambi, e moltissimi
italiani ed amici che in questi dieci anni si sono prodigati a dare
sostegno e solidarieta’ a Betlemme.
I
vari interventi delle autorita’ hanno sempre sottolineato
l’importanza di non demordere e continuare a sperare in un futuro
possibile di pace, seguendo l’esempio di grandi testimoni che ci
hanno preceduto : Giovanni Paolo II, Yasser Arafat, Mons. Pietro
Sambi, Padre Giovanni Battistelli, Padre Joannes Simon, con la loro
vita e il loro carisma sono stati per tutti, pilastri importanti per
una nuova storia di speranza per Betlemme. E’ a loro che e’ stato
dedicato il mio libro: “Dall’assedio della
Basilica all’assedio della Città”, che
oltre a riportare il mio diario dei 39 lunghi giorni dell’assedio
dedica una parte importante a questi uomini di pace per aver svolto
un ruolo fondamentale durante l’occupazione della Basilica. Il
libro parla anche della missione francescana a Betlemme prima e dopo
l’assedio, sino ad oggi, dove la vita quotidiana della gente e’
vincolata dal muro di separazione.
All’inizio
della manifestazione siamo stati accolti da un canto dedicato a
Giovanni Paolo II che e’ stato scritto, musicato e cantato da due
giovani Palestinesi, anche i bambini senza confini, hanno voluto
rendere omaggio esibendosi nella Dabka, una danza tradizionale
palestinese, che muovendosi come onde del mare seguivano il ritmo del
canto che diceva di sperare che un futuro migliore e’ alle porte.
Nella
sala affollatissima e’ sceso il silenzio, denso di commozione
quando e’ stato proiettato un film ricco di interventi di coloro
che hanno vissuto l’assedio e lo hanno raccontato davanti alle
telecamere. Il film racconta cio’ che e’ stato scritto nel libro.
Scioccanti sono state le immagini di alcune foto amatoriali scattate
all’interno della basilica e molte altre che documentano l’assedio
israeliano, hanno avuto un impatto molto forte, poiche’ vedere la
Piazza della Mangiatoia, con i carri armati e le strade di Betlemme
distrutte, e’ una visione un po’ insolita per la citta’ che
ricorda la nascita di Gesu’ Bambino.
Ma
il messaggio conclusivo del filmato di Giovanni Paolo II ci riporta e
ci riapre alla speranza, ricordandoci che dobbiamo abbattere i
muri e costruire ponti
I
muri ci sono ancora, ma la missione francescana si adopera con tutte
le risorse a far si che il
muro non entri nel cuore e nella mente delle persone, con il
tentativo di rimuovere ogni ostacolo per infondere la speranza in un
futuro migliore. Sono trascorsi dieci anni dalla fine dell’Assedio
della Basilica della Natività, per tutti noi fa parte di un
passaggio triste della nostra vita, ma dal qual abbiamo imparato che
solo sulla verità di Dio e dell’uomo, poggiano le fondamenta di
un’autentica pace.
La
manifestazione si e’ conclusa con la consegna del Premio Giovanni
Paolo II, al Presidente del Comitato Olimpico e della Federazione
Calcio Palestinese Generale Jibril Rajoub, per aver lavorato con la
filosofia di unire e non di dividere, con una mente aperta, che non
si e’ lasciato limitare da confini o muri, che non si e’
fermato dinnanzi alle difficolta’ ... Il riconoscimento per aver
lavorato nel mondo giovanile, creando opportunita’ di espressione
atletica sia femminile che maschile, dando uno slancio allo sport
nazionale in Palestina come veicolo di pace.
Giovanni
Paolo II, ha sempre avuto una particolare attenzione al mondo
giovanile ed e’ conosciuto anche come il "Papa dei
giovani"; i giovani di oggi sono il nostro futuro, in cui
dobbiamo investire tutte le nostre risorse.
Noi
francescani e Betlemme, abbiamo voluto ricordare questi dieci anni
dalla fine dell’assedio della Nativita’ attraverso le parole di
Giovanni Paolo II, oggi vogliamo fare nostre le Sue parole, affinche’
proseguiamo nella nostra missione:
non abbiate paura
di annunciare il Vangelo
non
abbiate paura di essere giovaninon
abbiate paura della Verità! non
abbiate paura di rispondere alla vostra vocazionenon
abbiate paura di essere santinon
abbiate paura del futuronon
abbiate paura della sofferenza e della mortenon
abbiate paura di andare controcorrente
Fr. Ibrahim Faltas
ofm
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