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Messaggio per la Colletta di Terra Santa

“La Terra Santa attende le nostre opere di misericordia per continuare ad annunciare l’amore di Dio, che ha scelto l’umanità come sua famiglia. In tal modo prepareremo e accompagneremo nel modo migliore l’atteso pellegrinaggio di Papa Francesco nella Terra di Gesù”. 
E’ l’invito che la Congregazione per le Chiese Orientali, accogliendo la preoccupazione più volte manifestata da Papa Francesco, rivolge alle Chiese particolari di tutto il mondo affinché
esprimano “nel tempo quaresimale una speciale vicinanza spirituale e materiale verso i cristiani che vivono nella Terra di Gesù e nel Medio Oriente”. 
Nel suo Messaggio - diffuso oggi - per la tradizionale Colletta per la Terra Santa, il Dicastero orientale ricorda le parole di Papa Francesco all’udienza concessa alla sessione plenaria del dicastero: “la Siria, l’Iraq, l’Egitto, e altre aree della Terra Santa, talora grondano lacrime… Il Vescovo di Roma non si darà pace finché vi saranno uomini e donne, di qualsiasi religione, colpiti nella loro dignità, privati del necessario alla sopravvivenza, derubati del futuro, costretti alla condizione di profughi e rifugiati”. 
L’annuale Colletta pro Terra Santa - si legge nel Messaggio rilanciato da Radio Vaticana - va, perciò, sostenuta ancor più generosamente dai pastori e dai fedeli dell’intera comunità cattolica”.
Nel Messaggio il cardinale prefetto Leonardo Sandri ricorda a tutti i vescovi del mondo “l’importanza dell’iniziativa affinché nel prossimo Venerdì Santo, come suggerito dai Sommi Pontefici, o in altra circostanza appropriata sia sottolineato il dovere di pregare e aiutare concretamente i fratelli e le sorelle, e le comunità ecclesiali di quella Terra. 
Saranno fornite ai vescovi informazioni sui principali progetti che, oltre ai sussidi ordinari per la missione ecclesiale, il Dicastero e la Custodia Francescana hanno realizzato nell’anno 2013 in campo pastorale, educativo, assistenziale, sociale. Tra questi il contributo per i restauri alla Basilica della Natività di Betlemme, che ha ottenuto un lodevole sostegno a livello ecumenico e da varie nazioni. 
Le ‘pietre vive’ costituiscono, però, la priorità di sempre: la voce relativa alle scuole cattoliche di ogni ordine fino al grado universitario riceve, pertanto, il più consistente apporto. Ma non mancano le emergenze straordinarie: i profughi e i rifugiati, per primi, i quali per la guerra e altre forme di violenza bussano sempre di più alle porte delle comunità cristiane. Come pure i sacerdoti, i religiosi e le religiose, che insieme ai volontari laici costituiscono il più immediato e sicuro riferimento alle popolazioni colpite perché ne condividono giorno per giorno le prove, le necessità e le speranze”.


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