«Ma la vera novità è la nascita di un'associazione per formare le guide religiose. Il velo? Non può essere imposto, ma una legge non è la soluzione». Parla Nibras Breigheche
«Non è vero che l'islam vuole donne "sottomesse": per la mia religione uomini e donne hanno gli stessi identici diritti».Trentina di origine siriane, studi di teologia a Parigi e poi una laurea a Lione, docente di cultura araba, Nibras Breigheche è la prima donna chiamata a far parte di un'associazione nazionale musulmana di imam (l'Associazione Islamica Italiana degli imam e delle guide religiose, nata lo scorso dicembre).
Ma per questa dinamica 35enne, che è anche responsabile per il dialogo interreligioso dell'Associazione Donne Musulmane d'Italia, non c'è troppo da stupirsi per la sua nomina: «La
presenza di donne nell'associazionismo islamico non è una novità - racconta inun'intervista pubblicata sul numero di marzo di Mondo e Missione - e soprattutto ce ne sono molte attive nelle esperienze quotidiane, come le scuole di lingua araba e cultura islamica avviate nelle principali città d'Italia».Nell'intervista, Nibras tocca alcuni dei temi più caldi nel dibattito su donne e islam, dalla questione del velo integrale - «non è un precetto religioso e condanniamo chi lo impone, ma una legge per vietarlo non è la soluzione» - fino al "caso Hina": «In quell'occasione abbiamo emesso un comunicato stampa per ribadire che secondo il Corano l'omicidio è il peccato più grave, a maggior ragione se viene perpetrato nei confronti di un figlio. Sottolineerei che il fenomeno dellaviolenza domestica non ha religione ed è da condannare da qualunque parte provenga».
Beigreche, che per l'8 marzo ha organizzato un dibattito sul ruolo della donna nella società e nella primavera araba, commenta anche il senso della Festa della donna: «Noi ammiriamo lo sforzo che le donne occidentali hanno compiuto per arrivare ai diritti di cui oggi godono. Sappiamo anche che nasce nel ricordo di donne che sono state uccise per questi diritti. Per noi musulmane l'8 marzo è diventata occasione di confronto con la società civile, anche con rappresentanti di altre religioni».
E a proposito della sua nomina in seno alla neo costituita Associazione Islamica Italiana degli imam e delle guide religiose, afferma: «Direi chela vera novità è quella di un'associazione di imam nata con la finalità specifica di curare la loro formazione, secondo un'idea che covava da tempo».
Leggi l'intervista a firma di Diego Andreatta pubblicata su Mondo e Missione di marzo
Leggi altre storie al femminile nell'approfondimento diMissionline.org su "Donne nel mondo, protagoniste"
Commenti