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Il ritorno della religione in Europa


La religione come fautore di coesione sociale è oggetto di un rinnovato interesse da parte del Consiglio d’Europa. Accanto ai principi di diritti umani, democrazia e stato di diritto, il tema della libertà religiosa questiona sempre di più i funzionari di Strasburgo. Cristo irrompe nella scena europea attraverso i suoi fedeli che chiaramente dimostrano di non accettare di relegare alla sfera privata la dimensione della loro fede.

I presidenti delle Conferenze episcopali dei paesi del Sud-Est dell’Europa hanno accolto quest’anno l’invito dell’Osservatore Permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, mons. Aldo Giordano, ad incontrarsi a Strasburgo per approfondire la loro conoscenza delle istituzioni europee, discutere e condividere insieme ad alcuni funzionari delle istituzioni di Strasburgo la comune preoccupazione per il vero bene, spirituale, politico e sociale delle persone del continente.
Hanno partecipato all’incontro i presidenti delle Conferenze episcopali dell’Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Grecia, Romania, la Conferenza Episcopale Internazionale Santi Cirillo e Metodio e la Turchia, insieme all’arcivescovo di Cipro dei Maroniti e al vescovo di Chisinau (Rep. Moldova).
A Strasburgo, i vescovi hanno incontrato vari responsabili del Consiglio, tra cui la Direttrice generale dei programmi, dr.ssa Gabriella Battaini-Dragoni; il giudice Jean-Paul Costa, già Presidente della Corte Europea dei Diritti dell’uomo, il Presidente della Commissione di Venezia, dr. Gianni Buquicchio, dr. Giovanni Battista Celiento, Senior Evaluator e il dr. László Surján, Vicepresidente del Parlamento europeo.
Il Consiglio d’Europa, nato nel 1949, è l’organizzazione politica più antica del continente e svolge un ruolo importante nel processo di unificazione dell’Europa, patrocinando i valori dei diritti umani, della democrazia e del primato del diritto (stato di diritto). Oggi, il Consiglio sta vivendo un tempo di grandi riforme, rimettendo al centro del suo operato i valori alla base della sua costituzione.
Nei vari incontri con i responsabili delle istituzioni europee, sono stati affrontati tra l’altro i seguenti temi.
La libertà religiosa
La Chiesa e il Consiglio d’Europa condividono insieme le medesime preoccupazioni di fronte all’attuale crescita di fenomeni di violazione della libertà religiosa nei paesi europei che sfociano spesso in veri e propri atti di violenza, estremismi, discriminazioni in particolare nei confronti dei cristiani. Questi fenomeni attentano alla stabilità delle società europee e minano il diritto di ogni cittadino di scegliere e praticare liberamente la propria religione. In questo senso, la Chiesa spera che il Consiglio si faccia sempre più promotore della tutela della libertà religiosa.
Il rinnovato interesse per la religione
I vescovi presenti guardano con attenzione il rinnovato interesse del Consiglio d’Europa per la dimensione religiosa dei suoi cittadini. Sembra emergere sempre di più il ruolo della religione, non come causa di problemi, ma quale fautore di coesione sociale. Da alcuni anni, il Consiglio d’Europa ha infatti messo in atto un dialogo con le comunità religiose del continente. I partecipanti all’incontro plaudono al desiderio del Consiglio di rendere regolare questo dialogo, pur esprimendo alcune riserve e preoccupazioni sull’efficacia di incontri tra comunità e convinzioni religiose molto diverse tra di loro.
Rilevanza pubblica delle religioni
Il fatto che la religione stia assumendo una rilevanza pubblica sempre più grande nella vita e nella coscienza dei cittadini europei, è ampiamente dimostrato dall’aumento considerevole dei ricorsi su temi legati alla dimensione religiosa, che giungono alla Corte Europea dei Diritti dell’uomo. Si tratta di ricorsi cha vanno dalla possibilità di esprimere pubblicamente la propria appartenenza e convinzione religiosa, al riconoscimento legale di enti religiosi, specie della Chiesa cattolica in numerosi paesi del sud-est dell’Europa. In questo senso, i partecipanti riconoscono l’importanza di accompagnare il lavoro dei funzionari europei, tutelando in particolare che il loro legiferare sia sempre ispirato da valori condivisi e riconosciuti.
La riconciliazione in Europa
La riconciliazione, nella carità e nella giustizia, rimane un’attenzione e una priorità che le Chiese del Sud-Est Europa devono ricercare e promuovere. Essa non è solo finalizzata al perdono di un passato di divisione e di conflitto, ma deve essere finalizzata alla cooperazione.
Nel corso dei vari dibattiti sono stati posti ai vari rappresentanti del Consiglio diverse altre domande perché possano diventare oggetti di riflessione presso le istituzioni europee, quali: la possibilità che la vita non ancora nata possa ricevere la stessa attenzione ed avere le stesse possibilità di difesa che riceve ogni altra persona; il diritto e la difesa della famiglia; il miglioramento delle possibilità di controllo da parte del Consiglio di fronte a sentenze della Corte non applicate a livello degli Stati …
Nell’ambito della riunione, i partecipanti hanno anche incontrato gli ambasciatori, i giudici e alcuni funzionari dei rispettivi paesi per discutere insieme del contributo che queste Chiese di minoranza recano al bene comune delle loro rispettive società. Il fatto che ogni chiesa locale appartenga alla Chiesa universale è già un grande contributo per l’incontro tra popoli e culture.
Nel pomeriggio di mercoledì 7 marzo, i presidenti hanno partecipato alla Messa per l’Europa, organizzata dalla Missione Permanente della Santa Sede in collaborazione con l’arcidiocesi di Strasburgo. La Messa è stata presieduta dall’arcivescovo locale, Jean-Pierre Grallet e l’omelia è stata tenuta dall’osservatore permanente, mons. Aldo Giordano, in una cattedrale gremita di fedeli, fra cui numerose persone impegnate nelle istituzioni europee: eurodeputati, ambasciatori e funzionari del Consiglio d´Europa, giudici della Corte europea dei diritti dell´uomo ed anche membri di comunità e organismi ecclesiali che partecipano da vicino al cammino europeo.
LISTA DEI PRESIDENTI PARTECIPANTI
Albania - S.E.R. Mons. Rrok Mirdita, Arcivescovo Metropolita di Tirana- Durazzo
Bosnia Erzegovina - S.E. Mons. Franjo Komarica, Vescovo di Banja Luka
Bulgaria - S.E.R. Mons. Christo Proykov, Esarca Apostolico di Sofia
Cipro – S.E.R. Mons. Youssef Soueif, Arcivescovo di Cipro dei Maroniti
Grecia - S.E.R. Mons. Fragkískos Papamanólis, Vescovo di Siros e Santorini
Moldavia – S.E.R. Mons. Anton Cosa, Vescovo di Chişinău
Romania – S.E.R. Mons. Virgil Bercea, Vescovo di Oradea Mare (sostituto del Presidente)
Santi Cirillo e Metodio - S.E.R. Mons. Zef Gashi, Arcivescovo di Bar
Santi Cirillo e Metodio – S.E.R. Mons. Ladislav Nemet, Vescovo di Zrenjanin (Segretario generale della Conferenza episcopale)
Turchia – S.E.R. Mons. Louis Pelâtre, Vicario Apostolico d’Istanbul
S.Sede:
Mons. Aldo Giordano, Osservatore Permanente della Santa Sede presso il Consiglio d´Europa
Mons. Slađan Ćosić, Osservatore Permanente aggiunto.
CCEE:
Mons. Duarte da Cunha, Segretario generale CCEE
Il Consiglio delle Conferenze Episcopali d´Europa (CCEE) include le attuali 33 Conferenze Episcopali Europee, rappresentate dai loro Presidenti, dagli Arcivescovi del Lussemburgo e del Principato di Monaco, dall´Arcivescovo di Cipro dei Maroniti, dal Vescovo di Chişinău (Rep. Moldova) e dal Vescovo eparchiale di Mukachevo. L’attuale presidente è il Cardinale Péter Erdő, Arcivescovo di Esztergom-Budapest, Primate d´Ungheria, i Vicepresidenti sono il Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova, e Mons. Józef Michalik, Arcivescovo di Przemyśl, Polonia. Il Segretario Generale del CCEE è Mons. Duarte da Cunha. Il Segretariato ha sede a San Gallo (Svizzera). www.ccee.ch

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