La visita dei luoghi santi è sempre più popolare per i turisti e pellegrini cristiani che giungono in Terra Santa, tuttavia cresce in loro anche la consapevolezza di avere un obbligo etico che è quello di impegnarsi con gli abitanti locali, a diventare testimoni della loro lotta per la libertà, per la dignità umana, l’uguaglianza, la giustizia e la pace. Per promuovere questo messaggio, teologi e attivisti per la pace ed operatori per un turismo equo e solidale si ritroveranno dal 18 al 21 maggio a Chavannes-de-Bogis (Ginevra) per dibattere sul tema “Una teologia del pellegrinaggio per la Palestina ed Israele”. L’incontro, che è organizzato dall’Atg, Gruppo turismo alternativo, in collaborazione con la Coalizione ecumenica del turismo, con Kairos Palestina ed il Consiglio mondiale delle Chiese, produrrà una guida per i turisti cristiani in Palestina e Israele così da incoraggiarli in questa azione di testimonianza. “Il turismo in Palestina può dare un contributo fondamentale allo sviluppo della pace – afferma Rami Kassis, direttore dell’Atg – turisti impegnati nel campo della giustizia possono anche essere utili per le comunità che incontrano nei loro viaggi e pellegrinaggi e testimoni di giustizia e di diritti umani. I palestinesi soffrono e chiedono al mondo giustizia. Incontri come questo di Ginevra possono aiutare a ricercare una giusta pace tra israeliani e palestinesi”.
L’acqua calda è già stata trovata. Lo so. Ma sentirselo ricordare è sempre salutare. In questo blog, ad esempio, avevo associato recentemente la figura di papa Francesco col quadro della Madonna che scioglie i nodi. Un’opera fino ad allora a me sconosciuta e che subito mi ha preso. Ciò che non sapevo ancora però è che la devozione a questa immagine esiste pure da tempo nella nostra diocesi ambrosiana. Me lo ha segnalato la sig.ra Emilia Flocchini, della Comunità Pastorale Maria Madre della Chiesa e San Barnaba in Gratosoglio a Milano. Dopo aver letto il mio post mi ha scritto a completamento: “L'elemento interessante sta nel
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