Sul
canale in lingua fiamminga Een della Vrt, all'interno del programma
di società "Koppen", è andato in onda il dialogo tra
cinque giovani (in età compresa tra i 18 e i 26 anni) e il Papa. Un
dialogo serrato nel corso del quale il Pontefice ha voluto
sottolineare come oggi i giovani vengano spinti verso la periferia,
perché al centro ci sono il potere e il denaro
Non
un’intervista giornalistica ma 45 minuti di colloquio a tu per tu
con Francesco. Cinque giovani belgi (di età compresa tra i 18 e i 26
anni) e il Papa sono stati protagonisti di una serrata sequenza di
domande e risposte sui temi che stanno più a cuore alle nuove
generazioni: la felicità, i poveri, la fede in Dio, il destino
dell’umanità, la disoccupazione, la paura. Il tutto è andato in
onda ieri sera alle 20.40, sul canale in lingua fiamminga Een della
Vrt all’interno del programma di società “Koppen”.
L’iniziativa parte da un progetto di comunicazione “Verse Vis”
della pastorale giovanile della Fiandra (www.versevis.be)
ed è stato subito accolto dalla rete televisiva belga che ha
trasmesso ieri sera l’intervista con Papa Francesco all’interno
di un più ampio reportage in cui si è vista anche la preparazione
dei giovani all’incontro con il Santo Padre. “Grazie per aver
accettato le nostre domande – ha esordito subito una ragazza
parlando al Papa in lingua inglese - ma perché lo ha fatto? “Quando
io sento che un giovane o una giovane ha un’inquietudine - ha
risposto Francesco - io sento come mio dovere quello di servire
questi giovani, di dare un servizio a questa inquietudine perché
questa inquietudine è come un seme che poi darà frutti”.
Felicità
e predilezione dei poveri. Sono
questi i primi due temi affrontati dai giovani con il Papa. Tutti in
questo mondo aspirano ad essere felici. Lei è felice? E perché?
“Assolutamente. Assolutamente sono felice”, ha risposto il Papa
che ha parlato anche di “pace interiore” ed ha aggiunto che
questa felicità è una strada lunga che “non va via con i
problemi”. Poi Francesco ha spiegato il perché del suo amore per i
poveri: “Perché questo è il cuore del Vangelo. Io sono credente.
Credo in Dio, credo in Gesù Cristo, nel suo Vangelo. Per me il
Vangelo è dei poveri. Ho sentito che due mesi fa una persona ha
detto che parlare dei poveri, la loro preferenza… ‘ma questo Papa
è comunista’. No, questo Papa è del Vangelo, non del comunismo,
del Vangelo. Ma la povertà senza ideologia”.
La
cultura dello scarto e il destino dell’umanità. Tra
i cinque giovani c’era anche Jill, 22 anni, che si è presentata al
Papa come persona che non crede in Dio o crede in maniera diversa.
“Lei ha un messaggio anche per noi?”, gli ha domandato: “Per me
- ha detto il Papa - si deve cercare nel modo di parlare
l’autenticità. E per me l’autenticità è: io sto parlando con
dei fratelli. Tutti siamo fratelli, credenti e non credenti, o di
questa confessione religiosa o di un’altra, ebrei, musulmani.
L’uomo è al centro della storia”. È a questo punto che Papa
Francesco si è lanciato in una vera e propria difesa dei giovani.
“In questo momento della storia - ha precisato -, l’uomo è stato
buttato via dal centro. È scivolato verso la periferia e al centro -
almeno in questo momento - è il potere, il denaro. E in questo mondo
dove al centro è il potere e il denaro, i giovani sono cacciati via.
Sono cacciati via i bambini: non vogliamo bambini, ne vogliamo meno,
le famiglie sono piccole, non si vogliono i bambini. Sono cacciati
via gli anziani: tanti anziani muoiono per una eutanasia nascosta
perché non si ha cura di loro e muoiono. E adesso sono cacciati via
i giovani. Pensate che in Italia, per esempio, la disoccupazione
giovanile, dai 25 anni in giù, è quasi del 50%. Noi siamo entrati
in una cultura dello scarto. Quello che non serve a questa
globalizzazione, si scarta, gli anziani, i bambini, i giovani”. “Ho
parlato - ha poi aggiunto - con tanti giovani politici: sono contento
perché loro che siano di sinistra o di destra, parlano con una nuova
musica, un nuovo stile di politica e quello a me da speranza”.
“Tu
uomo di questo secolo XXI, dove stai?”. Proseguendo
su questo discorso, i giovani hanno chiesto al Papa della cura che
l’umanità ha di se stessa e del mondo. “Io mi faccio due domande
- ha osservato Francesco -: dove è Dio e dove è l’uomo. E io
anche mi domando adesso: tu uomo di questo secolo XXI, dove stai? E
questo mi fa pensare anche: e tu Dio dove stai? E quando l’uomo si
trova in se stesso, cerca Dio. Forse non riesce a trovarlo ma va su
una strada di onestà, cercando verità, per una strada di bontà e
per una strada di bellezza. È un cammino lungo. Alcune persone non
lo trovano nella vita. Non lo trovano coscientemente ma sono talmente
veri e onesti con se stessi, tanto buoni e tanto amanti della
bellezza che alla fine hanno una personalità molto matura e capace
di incontrare Dio che è sempre una grazia”. Ma il Papa fa errori?
“Ho sbagliato e sbaglio - ha detto -. Si dice che l’uomo è
l’unico animale che cade due volte nello stesso posto. Penso che
gli sbagli sono grandi maestri di vita, grandi maestri che insegnano
tanto. Non direi che da tutti i miei sbagli ho imparato. No, credo
proprio che da alcuni non ho imparato anche perché sono testardo e
non è facile imparare. Ma da tanti sbagli ho imparato e questo mi ha
fatto bene”.
La
paura e il tesoro.
Di che cosa ha più paura? “Di me stesso - ha risposto il Papa -.
Guarda, nel Vangelo, Gesù ripete tanto ‘non abbiate paura… non
abbiate paura’. Tante volte lo dice. Perché? Perché lui sa che la
paura è una cosa per così dire ‘normale’. Noi abbiamo paura
della vita. Abbiamo paura davanti alle sfide, anche davanti a Dio
abbiamo paura. Tutti abbiamo paura. Tutti. Non devi preoccuparti di
avere paura. Se vuoi, puoi pensare, perché ho paura? Mettiti davanti
a Dio e davanti a te stesso e cerca di chiarire la situazione. Perché
c’è la paura cattiva e la paura buona. La paura buona è come la
prudenza. È un atteggiamento prudente. La paura cattiva è quella
che ti annienta, non ti lascia fare qualcosa. Quella cattiva, allora,
dobbiamo buttarla fuori”. Al termine del colloquio, un giovane
ribalta la schema e chiede a Papa Francesco se lui ha una domanda per
loro. “Non è originale la domanda che io voglio farti. La prendo
dal Vangelo. Credo però che dopo avervi sentito, sia quella giusta
in questo momento: dove è il tuo tesoro, dove è riposto il tuo
cuore? Su quale tesoro è risposto il tuo cuore?”. Il Papa spiega
che ci possono essere tanti tesori: “Il potere, i soldi,
l’orgoglio. O la bontà, la bellezza, la voglia di fare il bene”.
“Dove è il tuo tesoro? Questa è la domanda che io vi faccio ma
dovete rispondere voi stessi, da soli, a casa”.
Maria
Chiara Biagioni
Agensir
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