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S. Agostino/1. Prefazione alla guida "Il Cammino di S. Agostino"

Prefazione alla guida di Renato Ornaghi, Il Cammino di S. Agostino, un pellegrinaggio in Brianza, Bellavite Editore, 2009
La proposta di un pellegrinaggio mariano in Brianza, suggerita da Renato Ornaghi, contiene alcuni elementi che in altri contesti non sempre trovano la giusta misura. Mi pare opportuno, quindi, evidenziarli, specialmente per il loro equilibrio.
Il primo dato che emerge da questa composizione è il bilanciamento tra la dimensione locale e quella globale. Il percorso legato al territorio è, infatti, inserito in un vasto orizzonte di senso (l’Europa, il Paradiso…) che dà respiro al cammino stesso e mette al riparo il viandante da ogni miopia localistica.
C’è poi l’idea della circolarità del tracciato, di una processione che ritorna al punto di partenza. Dove però si arriva solo dopo aver raccolto incontri, narrazioni, gusti, odori. E, quindi, non a mani vuote. E neppure da soli.
La compagnia è, infatti, un altro ingrediente di quest’offerta. Sopra di tutte, spicca quella spirituale. La figura di S. Agostino, evocata
esplicitamente, assume qui non tanto la connotazione di finzione letteraria, bensì quella reale di guida che incarna in sé la caratteristica dell’esperienza (lui per primo ha percorso fisicamente tante strade della Brianza) e quella dell’esemplarità trascinante. Trascinante verso una casa ben nota, quella della Madre celeste. Tutti, del resto, nei santuari mariani trovano dimora e tutti in essi si sentono a casa propria.
E a proposito di casa, pensando ad un ideale utente dei sentieri rappresentati, con facilità immagino, tra i molti, anche un gruppo famigliare che, mentre ricerca - fuori della ferialità - un po’ di meritata quiete, consegna alle nuove generazioni i propri valori. Artistici e morali insieme. Un paradigma di comunione del cuore - che vale, in vero, per chiunque abbia responsabilità sugli altri - certamente assimilabile a quello menzionato dal catechismo: “Nessuno può credere da solo, così come nessuno può vivere da solo. Nessuno si è dato la fede da se stesso, così come nessuno da se stesso si è dato l’esistenza. Il credente ha ricevuto la fede da altri e ad altri la deve trasmettere” (C. C. C. n. 166).
Il fascicolo risulta pertanto un modo concreto per rispondere pure all’invito che il cardinale Dionigi Tettamanzi ha rivolto ai fedeli dell’arcidiocesi ambrosiana suggerendo di curare la trasmissione della fede con nuove opportunità di consegna e con nuovi strumenti. Non dimenticando tuttavia che il cammino e la strada, qui evocati sin dal titolo, sono per Gesù il luogo abituale della sua catechesi. Un luogo dal quale non si può prescindere né per evangelizzare gli uomini né per incontrare Maria. Il pellegrinaggio terreno del Figlio di Dio, affollatissimo, ha contemplato, infatti, una presenza continuativa, quella della Vergine, che - di là dai molteplici titoli con i quali la devozione l’ha fatta conoscere - resta soprattutto la Madre del cammino.
Auguro, allora, a tutti quelli che s’affideranno a quest’itinerario, di raggiungere nella loro vita la meta sperata; e faccio mie le parole che il nostro cardinale ha usato durante una conferenza sull’argomento. Egli, citando Karol Wojtyła (venuto, non dimentichiamolo, più volte pure in Brianza) ha detto: Proprio Giovanni Paolo II in Varcare le soglie della speranza così affermava: «il pellegrinaggio e il turismo religioso sono una delle più attuali occasioni di evangelizzazione» (p. 310). Sono parole di augurio vivissimo per tutti noi, perché ogni esperienza di pellegrinaggio sia davvero un prezioso momento di evangelizzazione e di testimonianza”. (D. Tettamanzi, L’attualità del pellegrinaggio come momento di evangelizzazione e di testimonianza, Milano, 30/01/06).
Don Massimo Pavanello
Responsabile Pastorale Turismo e Pellegrinaggi
Arcidiocesi di Milano

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