“Il turismo, se ben gestito, può avere valenza economica significativa per generare sviluppo e combattere la povertà, soprattutto creando impieghi per una fascia vasta e differenziata di popolazione, e conservando il lavoro artigianale locale”: è uno dei pensieri di apertura del discorso sul tema “Il turismo oggi e la sua cura pastorale”, che mons. Agostino Marchetto (nella foto con don Massimo Pavanello), Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, terrà a Norcia il 20 marzo, “in onore di San Benedetto” patrono d’Europa. Dopo aver ricordato le parole del Papa nell’Enciclica “Caritas in Veritate”, “il fenomeno del turismo internazionale ‘può costituire un notevole fattore di sviluppo economico e di crescita culturale’”, mons. Marchetto ricorda che, dopo il 2009 ‘annus horribilis’ per l’economia mondiale, “ciononostante l’industria turistica mantiene grandi potenzialità e offre prospettive di lavoro sia ai locali che a quanti provengono dalle zone rurali”. Il
Segretario del Pontificio Consiglio aggiunge “altresì che l’organizzazione turistica è spesso promossa e controllata da compagnie multinazionali che ne trattengono gran parte dei profitti, emarginando gli autoctoni, che pur sostengono i costi sociali e ambientali conseguenti al turismo. È necessario quindi applicare principi etici alle attività economiche turistiche”.
Segretario del Pontificio Consiglio aggiunge “altresì che l’organizzazione turistica è spesso promossa e controllata da compagnie multinazionali che ne trattengono gran parte dei profitti, emarginando gli autoctoni, che pur sostengono i costi sociali e ambientali conseguenti al turismo. È necessario quindi applicare principi etici alle attività economiche turistiche”.
Tra i criteri etici che debbono sovrintendere ad ogni attività economica, turismo compreso, per mons. Marchetto va considerato quello delle potenzialità inquinanti. A questo riguardo nel discorso di Norcia afferma che “anche l'industria turistica ne è al tempo stesso vittima e artefice in quanto contribuisce per oltre il 5% alle emissioni globali di gas serra. Per ridurle, ogni iniziativa intrapresa nell'ambito turistico può avere un certo impatto a motivo delle dimensioni di tale fenomeno se pensiamo agli oltre 880 milioni di turisti internazionali e alle centinaia di milioni di lavoratori impiegati in servizi collegati. Il turismo sostenibile, da parte sua, mira a che lo sviluppo economico dell’attività turistica rispetti le condizioni e perfino i limiti dettati dall’ambiente circostante”. Tra le opportunità alternative, il Segretario del Pontificio Consiglio prospetta “il turismo sociale che (...) combatte le discriminazioni fra le persone promuovendo l'uguaglianza tra di esse e facilitando la partecipazione delle fasce più deboli della popolazione allo svago, ai viaggi e alle vacanze annuali retribuite” e “il turismo solidale” che “offre pacchetti vacanza destinati a progetti di sviluppo, e mira a responsabilizzare i viaggiatori nei riguardi delle persone meno favorite, suggerendo gesti concreti di fraterna condivisione nella carità”.
Tra gli aspetti negativi che riguardano il sistema turistico odierno mons. Marchetto richiama il cosiddetto “turismo sessuale”. Afferma infatti che “è tristemente noto come questa pratica scellerata sia sempre più estesa anche per la vasta e facile diffusione che le consente la rete”. “Tra le vittime, - prosegue - le più vulnerabili e bisognose di aiuto sono certamente le donne, i minorenni e i bambini. Un elemento determinante rimane la povertà, seguita da carenza di educazione e di opportunità lavorative. Vi è anche la scarsa considerazione in cui sono tenute le donne e la mancanza di consapevolezza da parte loro. Del resto in alcune nazioni si riscontra un penosissimo costume che la società tende a nascondere o minimizzare, come gli abusi all'interno delle famiglie stesse”. Certamente “il turismo sessuale è una piaga vergognosa e barbara, e solo l’ipocrisia quasi universale impedisce di misurarne gli effetti devastanti in tutta la loro profondità”, aggiunge. “Di questa dilagante forma di sfruttamento il nostro Pontificio Consiglio si occupa e preoccupa nell’impegno nei suoi vari Settori pastorali”. Tra i rimedi, propone una “maggiore diffusione del Codice Mondiale di Etica del Turismo” che considera “l’attività turistica come rilevante per l’economia, ma anche quale opportunità per lo sviluppo individuale e collettivo dell’intera umanità”.
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