L’America
è sotto choc: un ragazzino di otto anni e la sorella dodicenne
stanno giocando dietro casa quando si avvicina un giovane che tenta
di violentare la bimba. Nel tentativo di difendere la sorella, il
piccolo viene ucciso.
«BIMBO
EROE»
Siamo
a Richmond, in Virginia. È un giovedì sera come un altro. Martin
Cobb e la sorella maggiore giocano nel giardino dietro casa quando
d’improvviso s’avvicina un uomo con fare sospetto, agguanta la
bimba, la
trascina, vuole violentarla. E poi gli mette le mani
addosso e le punta un grosso coltello in faccia. Martin decide di
intervenire. Vuole difenderla. Purtroppo sarà la sua condanna a
morte. Il criminale prende un mattone e colpisce il ragazzino alla
testa. Il piccolo «Marty» morirà sul colpo. La ragazza corre verso
casa, avverte i genitori. È sotto choc, viene portata in ospedale.
Immediatamente scatta la caccia all’uomo: la polizia sta cercando
«un uomo coi capelli arruffati». Tuttavia, poco tempo dopo gli
inquirenti scoprono che la bimba è stata minacciata dal sospettato
affinché lo descrivesse diversamente.
L’AGGRESSORE
Dopo
alcune segnalazioni arrivate dalla popolazione, la polizia avrebbe
nel frattempo fermato un adolescente. Secondo le prime informazioni,
i due fratelli conoscevano il sospetto criminale. Anche il parroco
della comunità prevalentemente nera di Richmond dice di conoscere
sia la vittima che il carnefice. «Stiamo ancora cercando di fare un
quadro della situazione», ha spiegato un portavoce della polizia
alla Nbc. Oltremodo scossa la famiglia del bimbo morto. «Possiamo
solo piangere», ha detto la zia Geraldine Pitchford. Sconvolta anche
la madre: «Marty ha sempre difeso le donne della sua famiglia», ha
detto piangendo Sharain Spruill alla Abc.
E, purtroppo come sempre accade in questi terribili fatti di cronaca,
aggiunge: «Nessuno si aspetta che una cosa simile possa accadere ai
propri figli». Il padre adottivo di Martin ha solo un messaggio, un
monito rivolto a tutti i genitori: «Non lasciate mai da soli i
vostri figli, nemmeno nel vostro giardino». «Quello del piccolo
Martin è stato un atto coraggioso, è un vero e proprio eroe», ha
detto un vicino di casa.
Elmar
Burchia
Corsera
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