Passa ai contenuti principali

Tempo di vacanze. L'uomo in cammino e il pellegrinaggio

Aeroporti sovraffollati, stazioni intasate e autostrade dove si cammina a passo d'uomo. Sono queste le immagini che giungono nei giorni in cui milioni di persone partono per il meritato periodo di riposo dalla fatica quotidiana del lavoro. In queste condizioni non sempre la partenza per le vacanze è vista come un momento di rilassamento; spesso diventa motivo per ulteriore stress; eppure, il pensiero di raggiungere la meta agognata fa dimenticare anche la fatica. Appartiene alla natura dell'uomo mettersi in cammino.
Il progresso tecnologico ci ha fatto dimenticare
l'importanza del percorrere a piedi anche lunghi tratti di strada; quando questo avveniva, la gioia per il percorso compiuto era immediata e la gratifica che ne derivava, suscitava maggior entusiasmo per la conquista di una tappa ulteriore. L'homo viator potrebbe essere una delle intuizioni più significative per valutare le profondità nascoste dell'essere umano e verificare quanto, nel mistero che lo costituisce, quello del raggiungere una meta sia tra le finalità più coerenti con la sua intelligenza e volontà.
In questo cammino, tuttavia, l'uomo rischia di disperdere alcune potenzialità che gli sono proprie. Senza una meta, il cammino diventa un errare a vuoto e il rischio di perdere se stesso e il senso del proprio vivere non è estraneo. Perché l'essere in cammino abbia senso è necessario che si individui un obiettivo e si concentri lo sforzo - anche di tutta la vita se necessario - per poterlo raggiungere. L'obiettivo è il fine verso cui si tende.
Appare difficile, soprattutto oggi, compiere scelte che abbiano valore per tutta la vita se l'obiettivo rimane limitato all'orizzonte dell'interesse materiale. È urgente e necessario che si propongano finalità tali da sintetizzare il senso della vita e siano capaci di provocare a tal punto da consegnarsi a esse come riscontro reale e fattivo di felicità. Una metafora che coglie questa istanza è certamente il pellegrinaggio. Esso oltrepassa i confini delle religioni e delle ideologie per presentarsi come un fenomeno universale.
Dal primo pellegrinare di Abramo verso una terra che il Signore gli avrebbe mostrato fino ai pellegrinaggi dei nostri giorni si nota un incessante e incantevole esprimersi dell'animo umano nel tendere verso una meta. I mesi estivi offrono a molti l'opportunità di un pellegrinaggio. Cogliere l'istanza sottesa e viverla in conformità e coerenza con l'obiettivo prefissato, può essere sorgente di vera spiritualità dalla quale in un tempo come il nostro molti si sentono attratti e ne ricercano il senso.
Il cristianesimo ha una sua peculiare interpretazione del pellegrinaggio. Esso è legato, in primo luogo, a un santuario. Come esprime il termine stesso, è uno spazio sacro delimitato che lo rende diverso da ogni altro luogo. La terra giustamente chiamata "santa" per aver accolto in sé il mistero del farsi uomo da parte di Dio offre un'opportunità unica.
Anche gli altri luoghi, comunque, dove il flusso di pellegrini è quantificato ogni anno in milioni, permettono di cogliere l'esperienza di fede che viene vissuta, ognuno per la sua parte e per il significato peculiare che possiede. Roma, Santiago de Compostela, Lourdes, Fátima, La Salette, Guadalupe, Jasna Góra, Efeso, tutto ciò che questi e tanti altri nomi riportano alla mente indicano una particolare esperienza di fede che può e deve essere comunicata e vissuta.
La peculiarità del pellegrinaggio cristiano, comunque, aggiunge qualcosa di straordinariamente grande per verificare anche la natura della stessa fede che si inserisce nelle culture e ne permette lo sviluppo. Fin dai documenti più antichi che possediamo in proposito - basti pensare al diario di Egeria, pellegrina in Terra Santa verso la fine del iv secolo - la descrizione del senso del pellegrinaggio si mescola con la curiosità per i luoghi, le usanze e i linguaggi dei popoli incontrati. Insomma, una ricchezza di conoscenze che costituiscono un vero patrimonio di cultura.
Etimologicamente peregrinus indica colui che attraversa i campi o le frontiere. In ogni caso, chi cammina verso una meta, ma capace di cogliere il senso degli eventi, farli diventare propri e comunicarli come vera esperienza di vita. Il pellegrinaggio dei nostri giorni, quindi, come esperienza di fede che si fa carico di mantenere viva la memoria. Coniugando desiderio di preghiera e curiosità intellettuale per cogliere la bellezza del creato e quella costruita dalle mani degli uomini.
Rino Fisichella
(©L'Osservatore Romano - 1 agosto 2010)

Commenti

Post popolari in questo blog

La "Madonna che scioglie i nodi" c'è pure a Lainate!

L’acqua calda è già stata trovata. Lo so. Ma sentirselo ricordare è sempre salutare. In questo blog, ad esempio, avevo associato recentemente la figura di papa Francesco col quadro della Madonna che scioglie i nodi. Un’opera fino ad allora a me sconosciuta e che subito mi ha preso. Ciò che non sapevo ancora però è che la devozione a questa immagine esiste pure da tempo nella nostra diocesi ambrosiana. Me lo ha segnalato la sig.ra Emilia Flocchini, della Comunità Pastorale Maria Madre della Chiesa e San Barnaba in Gratosoglio a Milano. Dopo aver letto il mio post mi ha scritto a completamento: “L'elemento interessante sta nel

Donne nude di una tribù trattate come animali da circo. E' polemica

Siamo nelle Isole Andaman, in India. Un video (pubblicato dal sito dell'Observer) mostra delle donne di una tribù primitiva protetta che danzano per i turisti in cambio di cibo (oppure dopo bicchieri di vino versati da un poliziotto per il quale avevano dato spettacolo). Il video ha provocato la collera dei movimenti umanitari e ha determinato l'apertura di un'inchiesta. Secondo la legge indiana varata per proteggere i gruppi tribali dalle contaminazioni esterne, dai pericoli e dalle malattie, è proibito fotografarle, riprenderle ed entrare in contatto con loro. Il ministro indiano degli Affari Tribali, V. Kishore Chandra Deo. ha assicurato che prenderà delle

Buon Natale, nucleo famigliare!

La Natività  (olio su tela, 50×40 cm) di Julio Padrino.  Dipinto realizzato in occasione della 45a rappresentazione del presepe vivente di Cerqueto (2011).   È una scena intima, realistica, questa di Padrino. Quasi una fotografia. Le figure sono proporzionate e non interscambiabili. Il padre non fa capolino dalla cornice, ma partecipa a pieno titolo nel quadro. Il mood non è sdolcinato: c'è qualcosa che impensierisce, ma l'incoraggiamento reciproco prevale. Credo che qualche versetto di Matteo possa fungere da buona didascalia, o almeno io così li leggo: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in lei è generato, viene dallo Spirito Santo. Giuseppe fece come l'angelo del Signore gli aveva comandato e prese con sé sua moglie. (Matteo 1,20; 24) A conclusione del Sinodo straordinario sulla famiglia ed in preparazione a quello ordinario, il Natale di quest'anno ci chiede di