È un forte e convinto appello al dialogo, alla tolleranza e alla giustizia quello che i vescovi dell’Holy Land coordination (Hlc), il Coordinamento dei vescovi di Nord America e Ue per la Terra Santa, lanciano a israeliani e palestinesi nella dichiarazione finale della loro visita annuale che si è chiusa oggi a Gerusalemme. Dal 1998, su mandato della Santa Sede, e con l’organizzazione della Conferenza episcopale inglese, i vescovi dell’Hlc si recano ogni anno, a gennaio, in Terra Santa per testimoniare la vicinanza e la solidarietà delle loro Chiese alle comunità locali e sostenerle così nella loro vita e missione, resa particolarmente
difficile da un conflitto ultradecennale che vede fronteggiarsi israeliani e palestinesi.L’ombra lunga del conflitto. I presuli di Canada, Stati Uniti, Francia, Spagna, Italia, Gran Bretagna, Paesi Scandinavi e Germania nel loro comunicato, diffuso oggi alla stampa, ribadiscono “l’importanza della ripresa del dialogo tra israeliani e palestinesi” come auspicato da Benedetto XVI nel suo recente discorso al Corpo diplomatico, e chiedono “urgentemente un accordo negoziato”. I vescovi dell’Hlc lanciano un appello “per una leadership creativa, tollerante e coraggiosa, capace anche di mostrare perdono e umiltà, e di promuovere una pacifica coesistenza”. “Abbiamo visto – si legge nel testo – come l’occupazione, l’insicurezza, la paura e la frustrazione dominino la vita delle persone in questa terra”. Per l’Hlc “essere pro-Israele vuol dire essere pro-Palestina, quindi per la giustizia per tutti. Il frutto sarà una pace duratura”.
Segni di speranza. Nella nota non mancano “segni di speranza” come “l’aumento dei pellegrini, la cooperazione interreligiosa vista in Galilea esempio per tutti, i progetti abitativi del Patriarcato e della Custodia di Terra Santa, gli sforzi umanitari nel campo dell’istruzione e della cultura delle organizzazioni cattoliche per sostenere le comunità locali e i progressi registrati nel negoziato tra Santa Sede e Israele per l’Accordo fondamentale che fanno sperare in una soluzione vicina”. “I leader politici delle due nazioni hanno bisogno di mostrare coraggio – conclude la nota – e concretizzare così le speranze della maggioranza per realizzare una pacifica coesistenza nella fedeltà al loro essere ebrei, cristiani e musulmani”.
“Non abbandonateci!”. La giornata dei vescovi si è aperta molto presto con la celebrazione finale, presieduta dal patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, nella concattedrale patriarcale a Gerusalemme: il patriarca, rivolgendosi durante l’omelia ai vescovi europei e nordamericani, ha detto: “Il mondo ha bisogno di conoscere quello che accade qui, raccontate ciò che avete visto e sentito in questi giorni ai vostri fedeli, nella libertà e nella verità”. “La Chiesa di Gerusalemme – ha aggiunto – continua il suo calvario. Ogni gesto, ogni segno di vicinanza e di solidarietà è per noi motivo di grande gioia e consolazione”. “In questi giorni avete toccato con mano le pietre vive della Terra Santa”, ha affermato Twal, citando le visite dei vescovi dell’Hlc a Gaza, Nablus, Haifa e Ibillin. “La vostra presenza presso di loro – ha concluso – è stata benedizione e motivo di gioia. Oggi vi chiedo di non abbandonarli. Aiutateci a costruire un nuovo orizzonte di comprensione e tolleranza. Non dimenticheremo nemmeno il più piccolo gesto di vicinanza e di solidarietà”.
a cura di Daniele Rocchi, inviato SIR Europa in Terra Santa
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