Passa ai contenuti principali

La Chiesa di Milano in pellegrinaggio in Cina


(da sin.) Silvano Mezzenzana, don Roberto Davanzo,
don Massimo Pavanello e don Giancarlo Quadri
Sono appena tornato dalla Cina. Ecco alcune notizie sul viaggio riportate da www.chiesadimilano.it Sabato 5 u.s. anche Corriere della Sera, Repubblica ed Avvenire ne hanno parlato nell'edizione milanese. Così come il sito www.missionline.org

Pellegrini in Cina per capire Milano
Una delegazione della Curia ambrosiana è in questi giorni a Pechino: un’esperienza per conoscere a fondo gli immigrati cinesi in Diocesi e contribuire ad aprire sempre al futuro la Diocesi e la società
Ottomila chilometri di viaggio e otto giorni di incontri per comprendere chi abita a Milano da oltre ottant’anni. E la scoperta comincia osservando la differenza degli sguardi: sicuro e fiero, quasi altezzoso, quello dei cinesi incontrati in questi giorni per le vie di
Pechino; umile e intimorito, quasi spaventato quello ben noto dei diciottomila abitanti originari del subcontinente asiatico residenti nella Chinatown milanese di via Paolo Sarpi e nella zona di Villapizzone.
«Non riesco a darmi pace - confida don Giancarlo Quadri, responsabile della Pastorale dei Migranti della Diocesi di Milano - perché i cinesi e in generale gli asiatici rimangono per me degli sconosciuti. Come chiesa ambrosiana con gli immigrati di questa nazionalità fatichiamo a dialogare». «I cinesi sono tra gli immigrati più “alternativi” al nostro modo di essere: anche a livello religioso, e più dei musulmani. Almeno questi ultimi sono monoteisti... - gli fa eco don Roberto Davanzo, direttore di Caritas Ambrosiana -. Ci manca la “grammatica” per poter relazionarci come Chiesa con i cinesi immigrati».
Una Chiesa desiderosa di dialogo e accoglienza
Don Giancarlo, don Roberto e don Massimo Pavanello (responsabile della pastorale del Turismo della Diocesi di Milano) da lunedì scorso e fino al 7 febbraio sono in Cina per dare risposta a questi bisogni. Sono l’avanguardia di una Chiesa che - spronata dal cardinale Dionigi Tettamanzi – non si limita a porre parole e gesti di accoglienza verso gli immigrati ma desidera comprenderli nel loro mondo, nel contesto che vivono da protagonisti.
Camminando lungo la via Chiang An Jie (44 chilometri…) di Pechino (oltre 13 milioni di abitanti) o lungo i vialoni anonimi di Chendge “piccola cittadina” - come la chiamano qui - di 3 milioni di abitanti (il doppio di Milano), 300 chilometri a nord della Capitale, appare chiaro come la conoscenza media di questo popolo sia limitata agli stereotipi della comunicazione mediatica. O come la conoscenza si riduca alle impressioni che se ne ricavano dalla convivenza con gli immigrati presenti a Milano in una condizione non di vita “ordinaria” bensì, spesso, di debolezza e di prova, in un contesto radicalmente differente da quello che li ha formati e generati culturalmente. «Dobbiamo cominciare a conoscerli “a casa loro”, a viverci insieme, altrimenti non si riesce ad elaborare nessuna relazione vera», argomenta don Giancarlo.
E il problema non riguarda solo i 18 mila venuti fino ad ora a Milano. Sono 1,3 miliardi i cinesi e sempre più ne arriveranno anche in Italia. «Nelle nostre città la loro è una presenza quasi impercettibile, spiega don Davanzo. I cinesi - per esempio - nel bisogno non si rivolgono ai centri di ascolto della Caritas, sono autosufficienti. Ma solo apparentemente non hanno problemi. Non possiamo non aprire gli occhi verso di loro».

In Cina per essere “adeguati al futuro”
Questa conoscenza, per il drappello di preti della chiesa milanese in viaggio tra Pechino e Chendge, si sta concretizzando nell’incontro con la ritualità sentita ma effimera dei festeggiamenti per il capodanno cinese (tra il 2 e il 3 febbraio, 48 ore ininterrotte di esplosioni di botti), nella visita agli antichi buddisti luoghi di una preghiera popolare intima e intensa, nell’ascolto degli accompagnatori locali, mediante l’osservazione della vita concreta della gente in città e nelle campagne…
«Un decisivo aiuto al dialogo può venire proprio da esperienze come queste, proposte ad un numero sempre maggiore di persone - aggiunge don Davanzo che è anche presidente dell’agenzia “Duomo Viaggi”. - A seguito di questa esperienza vogliamo proporre alle parrocchie la possibilità di venire qui per conoscere la storia della presenza cattolica in Cina e di come si è sviluppata. Dobbiamo imparare da questi cristiani che qui hanno saputo dialogare con le grandi filosofie morali dell’Asia. Venire qui sarà un aiuto per essere adeguati al tempo che viviamo. Occorre giocare di anticipo per essere protagonisti del futuro».
Condivide il progetto don Quadri: «Esperienze necessarie. Mentre comprendo il senso religioso dei musulmani, non so niente del senso religioso della vita per i cinesi. Dobbiamo portare qui la nostra gente, dobbiamo sensibilizzarla. Così si evita la diffidenza e non si genera la paura. Dobbiamo mettere in pratica gli insegnamenti del nostro Arcivescovo».

Come Matteo Ricci: una chiesa che sa stare con chi è differente
Un altro significativo “incontro” a Pechino è stato quello con padre Matteo Ricci, gesuita italiano in Cina dal 1582 al 1610. «La chiesa quando enfatizza la dimensione identitaria in realtà sta esprimendo la propria paura, conseguente all’indebolimento della sua identità. Padre Ricci si è fatto cinese con i cinesi e ci insegna che non si deve nascondere la propria identità, ma occorre considerare l'altro non nemico ma amico. Questo missionario dice di una chiesa capace di stare in un contesto radicalmente diverso dal proprio». Una capacità che servirà molto alla chiesa d'occidente, sempre di più circondata in “casa propria” da popoli e culture differenti.

Davide MILANI

Per lo spirito e per la cultura
Due le proposte che “Duomo viaggi” sta sperimentando in questi giorni in Cina e che proporrà poi alle parrocchie e ai gruppi. Don Massimo Pavanello: «Questi pellegrinaggi favoriscono la reciproca conoscenza e danno forza alla fede: la nostra e la loro»
Silvano Mezzenzana, amministratore delegato di “Duomo Viaggi” ha già le idee chiare: «Due proposte per un viaggio in Cina, ciascuna da dieci giorni, circa duemila euro di costo. Pechino, Chendge e dintorni. Una proposta di carattere spirituale, una di natura culturale».
Duomo Viaggi - che annualmente fa viaggiare oltre 15mila pellegrini, a Milano leader nel settore a Milano con il 35 % del mercato - arricchisce così in modo significativo la propria offerta. Sarà un’esperienza per “toccare con mano” la realtà della Cina, raccontata per luoghi comuni da molti ma in realtà conosciuta da pochi. «Ci illudiamo di avere il mondo in casa: in realtà è bene andare a conoscerlo di persona. Un discorso ancor più necessario per la Cina, il futuro che avanza», aggiunge Mezzenzana.
Il viaggio in Cina è anzitutto un’esperienza per capire e conoscere la secolare presenza dei cattolici e per venerare padre Matteo Ricci, amatissimo dai cinesi. «Venire qui significa conoscere una lunga tradizione ecclesiale - spiega don Massimo Pavanello, responsabile della Pastorale del Turismo della Diocesi di Milano -. Non possiamo giudicare la situazione ecclesiale in Cina fermandoci agli ultimi 50 anni. La chiesa è qui da secoli. Cambiare idea sul modo di considerare la presenza del Vangelo in questa terra ci aiuta a conoscere in modo autentico questo popolo. I pellegrinaggi favoriscono la reciproca conoscenza e danno forza alla fede: la nostra e la loro».
Il viaggio in Cina con Duomo Viaggi offre tante occasioni di pellegrinaggio “classico”. «Tanti i santuari importanti in Cina, assai frequentati dai cattolici cinesi - continua don Pavanello -. La pietà popolare è molto diffusa in questo territorio: Maria Regina della Cina a Dong Lu, Nostra Signora di Sheshan a Shanghai, Nostra Signora della Vetta a Shan Dong, Nostra Signora delle Grazie a Ban Sishan, Nostra Signora di Lourdes a Qing Yang, Madonna di Mo Zi Shan in Mongolia e Madonna del Rosario a Fu Jian».
Insieme alla dimensione più propriamente religiosa è possibile un viaggio in Cina per immergersi in una cultura ricca e antica, a contatto con le grandi filosofie e tradizioni spirituali che hanno animato questo paese che da qui si sono diffuse nel mondo. E proprio per mostrare al mondo queste ricchezze la Cina ha dichiarato il 2011 “Anno del turismo culturale”.

Davide MILANI





Commenti

Anonimo ha detto…
Recentemente ho trovato il vostro blog e hanno letto insieme. Ho pensato di lasciare il mio primo commento. Non so cosa dire se non che mi sono goduto la lettura. bel blog.

Post popolari in questo blog

La "Madonna che scioglie i nodi" c'è pure a Lainate!

L’acqua calda è già stata trovata. Lo so. Ma sentirselo ricordare è sempre salutare. In questo blog, ad esempio, avevo associato recentemente la figura di papa Francesco col quadro della Madonna che scioglie i nodi. Un’opera fino ad allora a me sconosciuta e che subito mi ha preso. Ciò che non sapevo ancora però è che la devozione a questa immagine esiste pure da tempo nella nostra diocesi ambrosiana. Me lo ha segnalato la sig.ra Emilia Flocchini, della Comunità Pastorale Maria Madre della Chiesa e San Barnaba in Gratosoglio a Milano. Dopo aver letto il mio post mi ha scritto a completamento: “L'elemento interessante sta nel

Donne nude di una tribù trattate come animali da circo. E' polemica

Siamo nelle Isole Andaman, in India. Un video (pubblicato dal sito dell'Observer) mostra delle donne di una tribù primitiva protetta che danzano per i turisti in cambio di cibo (oppure dopo bicchieri di vino versati da un poliziotto per il quale avevano dato spettacolo). Il video ha provocato la collera dei movimenti umanitari e ha determinato l'apertura di un'inchiesta. Secondo la legge indiana varata per proteggere i gruppi tribali dalle contaminazioni esterne, dai pericoli e dalle malattie, è proibito fotografarle, riprenderle ed entrare in contatto con loro. Il ministro indiano degli Affari Tribali, V. Kishore Chandra Deo. ha assicurato che prenderà delle

Buon Natale, nucleo famigliare!

La Natività  (olio su tela, 50×40 cm) di Julio Padrino.  Dipinto realizzato in occasione della 45a rappresentazione del presepe vivente di Cerqueto (2011).   È una scena intima, realistica, questa di Padrino. Quasi una fotografia. Le figure sono proporzionate e non interscambiabili. Il padre non fa capolino dalla cornice, ma partecipa a pieno titolo nel quadro. Il mood non è sdolcinato: c'è qualcosa che impensierisce, ma l'incoraggiamento reciproco prevale. Credo che qualche versetto di Matteo possa fungere da buona didascalia, o almeno io così li leggo: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in lei è generato, viene dallo Spirito Santo. Giuseppe fece come l'angelo del Signore gli aveva comandato e prese con sé sua moglie. (Matteo 1,20; 24) A conclusione del Sinodo straordinario sulla famiglia ed in preparazione a quello ordinario, il Natale di quest'anno ci chiede di